Cosenza. Sciopero generale: la Cgil elenca le vertenze in atto in Calabria

Cosenza. La Cgil del comprensorio di Cosenza e la Cgil del comprensorio Pollino-Sibaritide-Tirreno, in vista dello sciopero generale di domani, elencano le vertenze in atto al momento in Calabria.

La Cgil del comprensorio di Cosenza e la Cgil del comprensorio Pollino-Sibaritide-Tirreno in piazza per il lavoro. La manovra vuole cancellare non solo l’articolo 18, ma pure il contratto nazionale e lo Statuto dei lavoratori. Questo provvedimento, che concede libertà di licenziamento, può significare la fine del lavoro in Calabria. Anche per questo motivo, nella manifestazione di domani 6 settembre a Cosenza, la Cgil darà voce alle tante, troppe vertenze del territorio.

Scuola. Le scelte romane si traducono per il nuovo anno scolastico nella perdita del posto, in provincia di Cosenza, per circa 410 docenti e 270 appartenenti al personale Ata. Da ricordare infine la cassa integrazione per 500 dipendenti delle aziende operanti negli appalti delle pulizie scolastiche.

Sanità. Mentre nella sanità pubblica si assiste alle difficoltà legate a un errato piano di rientro dal deficit e al pericolo di smantellamento di molti ospedali, nella sanità privata, solo nel Cosentino, sono più di 700 i lavoratori in difficoltà. Sono in ritardo con i pagamenti le case di riposo Santa Maria Jesus e San Raffaele, le case di cura La Madonnina, Madonna della Catena di Laurignano, Misasi, Sacro Cuore, Villa Ortensia (chiusa da un anno), le cliniche Villa Verde, Tricarico e Universo. E ancora: Villa Torano, Villa Santo Stefano, le Rsa Cav.Rizzo e Villa Silvia. In molte strutture infine è stata chiesta la cassa integrazione.

Ferrovie della Calabria e trasporti. Per quanto riguarda le Ferrovie della Calabria, la proposta aziendale di scindere il trasporto su ferro da quello su gomma mette a rischio cinquecento posti in Calabria, con una ricaduta preponderante nella provincia di Cosenza. A questo si aggiungono le difficoltà negli appalti ferroviari di Trenitalia, con circa 270 dipendenti che da lungo tempo non percepiscono lo stipendio.

Agricoltura e agroalimentare. La crisi dell’agroalimentare di eccellenza della Sibaritide rende incerto il presente e il futuro di oltre diecimila addetti, senza dimenticare lo sfruttamento selvaggio dei migranti. Per non parlare del baratro nel quale è caduta l’Ara (Azienda regionale allevatori): i circa 60 dipendenti del territorio cosentino da oltre sei mesi aspettano i pagamenti.

Afor e Arssa. Le due importanti aziende sub-regionali sono alle prese con un progetto di riforma confusa e senza adeguata copertura finanziaria. Da anni più di diecimila lavoratori chiedono chiarezza e risposte che non possono più tardare ad arrivare.

Lsu-Lpu. Gli ulteriori tagli ai Comuni previsti nella manovra non consentiranno di proseguire il processo di stabilizzazione di più di 1600 precari solo nella provincia di Cosenza. Dopo oltre 15 anni è arrivato il momento di dare stabilità e certezze a questi lavoratori, impiegati negli enti locali e nel Parco del Pollino, che, in assenza dei diritti fondamentali, non hanno mai fatto mancare il loro prezioso apporto.

Edilizia. Nell’ultimo anno si sono persi quasi mille posti di lavoro. La crisi ha azzerato aziende come Laterizi meridionali, Europack, Silc, con procedure di cassa integrazione che si stanno trasformando in licenziamenti collettivi. Anche i settori cemento e manufatti si è contraddistinto per i ripetuti blocchi di produzione della Italcementi di Castrovillari e per la chiusura degli storici impianti della Ilavaldadige e della Projet prefabbricati della zona industriale di Cammarata.

Commercio e servizi. Multiservizi: 21 dipendenti a rischio licenziamento; Emmezeta: 21 dipendenti a rischio licenziamento; Carrefour: 28 dipendenti a rischio licenziamento, 28 in cassa integrazione; Cascina (mensa Unical): 30 lavoratori a rischio licenziamento, cassa integrazione a rotazione; Torpedine (vigilanza privata): 90 dipendenti, 75 in cassa integrazione; Istituti riuniti di vigilanza (vigilanza privata): 124 dipendenti, 110 in cassa integrazione.

 

 

Exit mobile version