Reggio Calabria. Si riporta il testo integrale della “Lettera Aperta” che, in prossimità dell’avvio dell’anno scolastico, il presidente della Commissione regionale contro la ‘ndrangheta, Salvatore Magarò, ha inviato a tutti i dirigenti scolastici della Calabria.
“In questi tempi difficili per chiunque, la scuola, purtuttavia, con i suoi alti e bassi, ambito di polemiche politiche a volte sopra le righe ed il più delle volte nocive, ma anche spazio pubblico e privato in cui si esercita spesso la politica ai suoi livelli apicali con l’obiettivo di lasciare traccia di sé, costituisce un fondamentale architrave della nostra società. Mi pare giusto, onesto e direi quasi doveroso, ricordare, nell’augurare buon lavoro nella giornata di inizio dell’anno scolastico 2011/2012 a tutto il personale docente e non, ai dirigenti scolastici, agli alunni ed alle loro famiglie sempre più in ansia per il futuro dei loro figli, che l’istituzione scolastica, pubblica e privata, rappresenta un valore centrale imprescindibile, sia per la nostra Carta costituzionale che per tutte le donne e gli uomini che hanno a cuore i concetti di civiltà, umanità, progresso e giustizia. Trascurare la scuola, i suoi bisogni, l’organizzazione burocratica e la sua missione educativa, è sintomo di un disorientamento culturale, ancorché politico, grave e sintomatico di una società che volge le spalle al futuro. Perciò non intendo assolutamente inviare un saluto o auguri di buon lavoro che possano apparire retorici quanto inutili. E’ mia ferma intenzione pormi, invece, al servizio, per quanto nelle mie possibilità, istituzionali e politiche ed in piena sinergia con l’attenzione che il Presidente della Regione onorevole Giuseppe Scopelliti e l’Assessore alla Pubblica Istruzione professor Mario Caligiuri già stanno prodigando, affinché si possano affrontare e risolvere i problemi logistici e organizzativi della scuola calabrese. Convinto come sono che, nella mia qualità di presidente della Commissione regionale contro la ‘ndrangheta, la scuola ha una enorme importanza nell’azione di contrasto della criminalità organizzata attraverso l’educazione sistematica alla legalità dei nostri giovani. Tutti i magistrati che si sono sacrificati per liberare il Paese, e segnatamente il nostro Mezzogiorno, dalla ‘malapianta’ delle mafie, e tutti coloro che, quotidianamente, si adoperano per fronteggiare il crimine organizzato, riconoscono nell’educazione alla legalità un tassello cruciale per liberare l’Italia da questo cancro che impoverisce le nostre realtà, impedisce qualsivoglia forma di sviluppo economico e sociale e mira ad imporre le sue leggi spietate con la violenza e la brutalità. Ebbene, sicuro dell’esistenza in Calabria di un corpo docente maturo, preparato e consapevole della funzione che lo Stato gli assegna, spero che in ogni scuola, di ogni ordine e grado, si possano svolgere lezioni specifiche per spiegare ai ragazzi la pericolosità della mafia e il suo essere, sempre e dovunque, nemica del bene comune e della civiltà. E’ nelle scuole che nascono il cittadino, il suo senso civico, che spesso è fragile nel Mezzogiorno italiano, e il suo desiderio di libertà, che, nel caso specifico, non può che tramutarsi, se è autentico e consolidato, in libertà dalla mafia e nell’affermazione del principio di legalità costituzionale. Io condivido in toto le parole dell’indimenticabile scrittore siciliano Gesualdo Bufalino, secondo cui contro la mafia può fare molto l’educazione di base, contro la mafia, rispondeva tanti anni fa Bufalino in un’intervista televisiva, occorrono tanti e bravi maestri elementari. Servono senz’altro una giustizia efficiente e un apparato investigativo all’altezza della sfida, una politica trasparente che abbia il coraggio di sconfiggere cointeressenze affaristiche e complicità sovente ubicate nelle cosiddette zone grigie, ma serve anche, a mio avviso in maniera particolare, l’avvio di un tragitto di legalità che prende il via proprio nelle scuole. Nelle nostre scuole, cui è richiesta un’azione supplementare di responsabilità, perché sono le scuole, siete voi tutti a cui sommessamente mi rivolgo, i costruttori di coscienze democratiche. Il futuro cittadino calabrese è nelle vostre mani e il mio sincero auspicio è che la vostra sensibilità di educatori lo mettano nelle condizioni di recuperare il ‘gap’ di coscienza critica che non raramente viene rimproverato al Sud e soprattutto alle aree più svantaggiate del Sud”.