Reggio Calabria. “Un legame profondo vissuto con grande intensità: è lo straordinario rapporto che unisce i reggini a Maria Santissima Madre della Consolazione. La devozione verso la Santa Patrona da secoli fa parte integrante della storia della nostra città, delle radici culturali e religiose di un popolo che ha sempre sentito fortemente la vicinanza della sua Protettrice, specie nei momenti di grande sofferenza. L’intitolazione di una via o di una piazza, rafforzerebbe il legame della Madonna con i suoi figli prediletti rappresentando l’ulteriore atto di reverenza del popolo reggino verso la sua amatissima Avvocata”. E’ quanto dichiara il consigliere Rocco La Scala, capogruppo del Pri in Consiglio Comunale, che ricorda come “sono diverse le vie della nostra città nelle quali si vivono momenti intensi della processione del Quadro in occasione della sua uscita dall’Eremo per raggiungere la Basilica Cattedrale e, nell’ultima domenica di novembre, del suo ritorno al Santuario per essere restituito ai Frati Cappuccini che lo conservano gelosamente per i restanti mesi dell’anno. La Vara in processione rappresenta – prosegue Rocco La Scala – l’abbraccio ideale della Santa Patrona con una comunità che la venera da secoli. Un rapporto inscindibile, indissolubile, di fede e di amore verso Maria che non ha mai abbandonato il suo popolo, specie nei momenti più difficili quando Reggio viveva le tragedie delle carestie e dei terremoti: i reggini invocavano Maria e ricevevano il suo aiuto e la sua protezione per superare quei periodi terribili. La proposta dei Portatori della Vara di intitolare una via della città va accolta, quindi, con immensa gioia. Andrà ulteriormente a rafforzare – conclude il consigliere La Scala – quel vincolo viscerale e profondo del reggino con la sua Santa Padrona che ha, nell’ingresso trionfale del Quadro in città nel secondo sabato di settembre, i suoi momenti più toccanti ed entusiasmanti: l’inizio ideale della festa che si ripete da secoli e che niente e nessuno, nemmeno le catastrofi o i drammi delle guerre, hanno potuto mai fermare”.
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