Francoforte (Germania). Ne ha fatta di strada da quella “disgrazia su quattro ruote” (e chi l’ha avuta, confermerà il triste primato; ndr) chiamata Pride. In casa Kia (insieme alla sorella Hyundai) negli ultimi due anni hanno dimostrato di avere obiettivi ambiziosi. Così, se fino a oggi ci si aspettava utilitarie a buon prezzo, ma talvolta dalla qualitàdimenticare e design grossolani, nel recente passato l’inversione di rotta è stata sconvolgente. L’ultimo tassello del mosaico di “conquista” del mercato da parte del costruttore coreano passa niente meno che da una coupè quattro posti, cinque porte che dovrà vedersela con chi, nel segmento, ci è praticamente nato: Mercedes, Cls per esser più chiari.
Nome semplice per il primo grande esperimento di coupè premium targato Corea: Kia Gt. Facile. Il cuore pulsante sarà un sei cilindri a V con turbocompressore, in grado di sviluppare 395 cavalli dalla cubatura di 3300 cc, oltre a una corposa coppia di 534 Nm. Coppia che verrà trasmessa al posteriore grazie a un cambio automatico 8 rapporti.
Le dimensioni non sono propriamente compatte. Quattro metri e 70 di lunghezza, uniti a un passo di 2 metri e 86 promettono abitabilità adeguata per chi salirà a bordo, con le operazioni facilitate dalle portiere posteriori ad apertura controvento. Le altre quote del coupè indicano un metro e 89 di larghezza per uno e 38 di altezza.
Capitolo stile: elementi ripresi dal passato, come la coda tronca, alcuni dettagli copiati dalla concorrenza con blasone inglese nel frontale, un tocco di originalità come le portiere posteriori ad apertura “contro-vento”. Il frontale è stilisticamente interessante per le aperture laterali, appena sotto i gruppi ottici, che disegnano l’intero labbro inferiore del paraurti, mentre la calandra già vista sulle recenti Kia è sempre presente, seppur con dimensioni molto ridotte. Un dettaglio fa riecheggiare il passato delle vetture sport, con lo sfogo d’aria sulla parte destra del cofano motore: elemento che non si sposa al meglio con il resto delle linee anteriori. La vista laterale è quella che convince maggiormente, con superfici piatte e poco mosse, con l’eccezione della parte bassa della fiancata, dove l’esperimento di inserire una specie di deflettore, presumibilmente dietro degli sfoghi d’aria, sembra soluzione posticcia e da after-market: bocciata. Più riuscita l’idea di incernierare le portiere posteriori al montante C, con quello centrale che è assente. Una soluzione buona per una concept da salone, che presumibilmente verrà abbandonata in una eventuale produzione in serie del modello. Molto bello, poi, il gioco di linee e colori nel montante anteriore, che stacca e alleggerisce un profilo imponente, per proseguire disegnando la linea dei finestrini e morire sul cofano posteriore, ai margini del lunotto. Infine, al posteriore torna lo stile coda-tronca, in voga fino agli anni 80 e con una funzione aerodinamica ben precisa: staccare al meglio i flussi che corrono sopra la vettura e diminuire le turbolenze, che significa in soldoni una migliore efficienza, quindi consumi più bassi. Qualcosa simile a quanto sperimentato da Audi con la A7 (altra concorrente della fascia in cui si inserirà un futuro modello basato su questo concept), che però ha interpretato il concetto in maniera più soft e armonica. Su questa Kia il risultato è davvero imponente e potrebbe non accogliere i favori del pubblico. Gli interni si intravedono appena, visto che non sono state fornite foto relative; il blasone del marchio, la tecnica e anche lo status symbol non sono i punti forti che potrà offrire un coupè importante con il marchio Kia, però, è l’ennesima conferma che dall’estremo Oriente hanno da tempo iniziato a capire i gusti e lo stile occidentale. Se poi il prezzo sarà allettante come nella migliore tradizione coreana, allora, sarà una valida alternativa ai “soliti noti”.
Fabiano Polimeni