Le Regioni, le Province e i Comuni sono ormai sul piede di guerra contro la nuova finanziaria approvata definitivamente dalla Camera, si prevede una mobilitazione per protestare contro un provvedimento che taglia le caste locali da un lato ma riduce i servizi per i cittadini dall’altro.
L’agenda delle proteste sarà piuttosto fitta: l’Anci e l’Upi avvieranno iniziative bipartisan con lo scopo di fare approvare al Parlamento un ordine del giorno che imponga al governo di istituire una Commissione per il riassetto istituzionale, prevedendo la partecipazione degli enti locali.
Risicata la maggioranza che ha deliberato la manovra alla Camera, i voti a favore sono stati 314, i voti contrari 300. Le misure principali del provvedimento, prevede tagli sulle spese di ministeri e enti locali, l’innalzamento dell’età pensionabile per le donne, incremento dell’iva dal 20% al 21%, un forte taglio alle agevolazioni fiscali, lotta all’evasione fiscale con incremento della pena e carcere per i grandi evasori, ma oltre al contributo di solidarietà del 3% per i più ricchi la cosa che colpisce di più è il regalo fatto alla aziende con i licenziamenti più facili, l’inserimento di una serie di deroghe che stupisce tutti i lavoratori e i loro rappresentanti. Inoltre i dipendenti pubblici che vanno in pensione si vedranno pagare il TFR dopo due anni dalla fine del rapporto.
Riepilogando: gli obiettivi della manovra sono di ridurre il deficit al 3,8% del Pil nel 2011 e per il 2012 al 1,4%, per arrivare al pareggio di bilancio entro la fine del 2013, fermo restando che ancora resta molto da fare in merito alla produttività di un Paese che oggi vive di consumi sempre più scarsi.
Fabio Arichetta