Catanzaro. Il Collegio giudicante del Tribunale di Catanzaro ha inflitto una pena a nove di reclusione al 38enne Massimo Ciancio, di San Fili, per il reato di associazione a delinquere di stampo mafioso. Nei suoi confronti, Vincenzo Capomolla, rappresentante della pubblica accusa, aveva richiesto che gli fosse comminata una condanna a 18 anni di carcere. E’ stato, invece, assolto, per non aver commesso il fatto, il 29enne di Rende Massimiliano Bruno. In questo caso, il pubblico ministero Capomolla, della Direzione distrettuale antimafia di Catanzaro, aveva chiesto una pena pari a nove anni di reclusione. Ciancio e Bruno erano stati tratti in arresto nell’ambito dell’operazione “Falcos”, portata a compimento nel giugno del 2009 dalla Dda di Catanzaro contro i clan della ‘ndrangheta presenti nell’area di Borgia. Le indagini si conclusero con l’esecuzione di 11 arresti da parte dei Carabinieri. I reati, a vario titolo, contestati alle persone coinvolte nell’inchiesta, erano associazione per delinquere di stampo mafioso, danneggiamento, estorsione, rapina e spaccio di droga. Nel processo celebratosi con il rito abbreviato e terminato nel maggio del 2010, sette persone furono condannate, due assolte. Nei confronti di Ciancio e Bruno fu, invece, disposto il rinvio a giudizio.
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