Cutro (Crotone). Alle prime luci dell’alba di oggi, a Cutro, i Carabinieri del Comando Provinciale di Crotone hanno eseguito un’ordinanza di custodia cautelare del gip del Tribunale di Catanzaro, Emma Sonni, emessa su richiesta del Procuratore Distrettuale, Vincenzo Lombardo e del sostituto procuratore Salvatore Curcio, della Direzione Distrettuale Antimafia di Catanzaro. A finire in manette, per tentata estorsione, aggravata dalle modalità mafiose previste dall’articolo 416 bis, due imprenditori edili: R.V., 33 anni, e A.C.. È stato quest’ultimo, accortosi della presenza dei militari sotto casa, a rendersi protagonista di un rocambolesco tentativo di fuga sui tetti, con indosso soltanto della biancheria intima; tentativo andato a male perché l’obiettivo era stato circondato consentendo ai militari agli ordini del Capitano Mancini e del Tenente Currao ( rispettivamente i nuovi Comandanti della Compagnia e del Nucleo Operativo Radiomobile dii Crotone), di acciuffarlo dopo che si era nascosto in un buio sottoscala in disuso di una palazzina vicina. La vicenda ha inizio il 18 luglio scorso, quando il commissario della Banca di Credito Cooperativo di Scandale si è rivolto ai Carabinieri della locale Stazione denunciando che, nella stessa giornata, A.C. ed il cognato, R.V., si erano recati presso il suo ufficio per ottenere il pagamento di assegni cosiddetti “in sospeso” mediante un’operazione di “anticipo fatture” non consentita dalle norme vigenti. Il categorico rifiuto del commissario aveva determinato la violenta reazione di R.V. il quale, avvicinatosi al funzionario, addirittura vantando la sua appartenenza alla ‘ndrangheta, ha minacciato che qualora non avesse avallato l’operazione avrebbe dovuto lasciare, entro tre giorni, la città di Crotone. La condotta di R.V. si è protratta anche il giorno successivo allorquando ha reiterato le sue minacce, questa volta telefonando al funzionario. Anche tale episodio è stato immediatamente segnalato all’Arma di Scandale che, in collaborazione con i militari del Nucleo Investigativo del Comando Provinciale di Crotone, aveva già avviato l’attività investigativa. Ma la vicenda viveva il suo momento topico quando il giorno successivo il commissario, mentre si trovava presso un bar del lungomare di Crotone intento a consumare un aperitivo, è stato nuovamente avvicinato da R.V. che, in compagnia di un’altra persona, non ha esitato a minacciarlo che se non avesse lasciato la città di Crotone sarebbe stato capace di raggiungerlo finanche nella sua città di origine. Ricevuta questa ulteriore segnalazione, è scattata immediata l’azione dei carabinieri, che già seguivano la vittima e gli autori dell’estorsione e che si sono posti sulle tracce di R.V., rintracciato poco dopo nei pressi di un esercizio commerciale sito nelle vicinanze e tratto in arresto in quasi flagranza di reato. Contemporaneamente, sono state attivate le ricerche di A.C. che, notato nei pressi del Comando Provinciale di Crotone mentre attendeva di conoscere le sorti del familiare, è stato sottoposto a fermo di polizia giudiziaria. Entrambi i soggetti, tuttavia, sono stati scarcerati dal gip di Crotone, Paolo De Luca, che non aveva ritenuto sufficienti gli elementi investigativi raccolti a carico di R.V. e A.C.. Dopo la vicenda, tuttavia, il Procuratore della Repubblica di Crotone, Raffaele Mazzotta, ed il sostituto, Gabriella De Lucia, hanno inviato, per competenza, gli atti alla Direzione Distrettuala Antimafia di Catanzaro, che, riesaminati i fatti e raccolti nuovi elementi di prova dal Nucleo Investigativo dei Carabinieri di Crotone, comandato dal Capitano Valerio Palmieri, hanno avanzato apposita richiesta al gip di Catanzaro a seguito della quale è scaturito il provvedimento odierno. Soddisfazione è stata espressa dal Prefetto Vincenzo Panico al Comandante Provinciale Colonnello Francesco Iacono per l’esito dell’operazione che costituisce un momento importante nella lotta alla piaga delle estorsioni in provincia di Crotone.