Reggio Calabria. “Femmine nude e compagnia bella”. Tanto si è detto dell’Erotica Tour (nella foto alcune delle “star” dell’evento), manifestazione di carattere ludico-erotico tenutasi a Campo Calabro nell’estate del 2009, ma ancora nessuno l’aveva definita in questi termini. L’autore della singolare definizione è Robertino Morgante, socio – insieme a Gaetano Belfiore – della società “Katà S.A.S.” e secondo l’accusa che lo vede indagato nell’ambito dell’operazione Reggio Nord presunto prestanome della discoteca “Limoneto” per conto dei Tegano-Condello.
Divenuto formalmente neo proprietario della discoteca, dopo aver ricevuto una lettera minatoria anonima, Morgante ne parla con Belfiore e Giuseppe Caronfolo. Lo fanno nell’autovettura di Belfiore, spegnendo i telefoni cellulari per evitare di essere intercettati e riponendoli nel portabagagli. Mossa vana dal momento che le intercettazioni ambientali dei Carabinieri del Ros hanno consentito di venire ugualmente a conoscenza del contenuto di quella conversazione.
Robertino Morgante attribuisce la paternità del gesto intimidatorio (ma le indagini su questo punto non sono giunte a nessuna conclusione) a Domenico Viglianisi, indicato dallo stesso Morgante come esponente del gruppo mafioso di Campo Calabro. Gli screzi tra i due sarebbero nati – secondo Morgante – attorno alla chiusura di un’altra discoteca, il “Cube”, sita a Campo e la cui gestione di Viglianisi nel convincimento di quest’ultimo sarebbe stata duramente osteggiata proprio da Morgante. Nel tentativo di convincere gli interlocutori della malafede di Viglianisi, Morgante ricorda proprio la manifestazione dell’Erotica Tour e di come Viglianisi serbasse rancore nei confronti di Caronfolo, perché quest’ultimo aveva deciso di non affidare al Viglianisi la gestione dei parcheggi durante l’esibizione di “femmine nude e compagnia bella”.
Giovanni Cordova