Reggio Calabria. Nicola Irto, consigliere comunale del Partito Democratico, interviene sul degrado ambientale in cui versa la zona di Arangea.
Parlare di periferie oggi è considerato quasi un pensiero anacronistico. Esse sono diventate, a ragione, riserva di risorse preziose e componenti attive di quel progetto di “Città” che la cittadinanza si aspetta. Dunque le zone periferiche rappresentano, nei processi di progettazione urbana, delle aree di trasformazione/transizione/evoluzione, richiedendo per essere tali, ovviamente, una convergenza di interventi che vanno dalla riqualificazione edilizia, alla valorizzazione del patrimonio, passando anche per la rivitalizzazione economica e al propedeutico miglioramento della dotazione infrastrutturale e di localizzazione di nuove funzioni preziose in grado di costituire un volano di sviluppo che realizzi gli interessi della collettività. Tutto questo avrebbe senso se parlassimo di un’altra città. Peccato che il riferimento sia Reggio Calabria dove regna sovrano lo sconcertante degrado ambientale in cui versano tutte le zone periferiche urbane della città con la conseguente, grave, carenza igienico sanitaria, in cui vivono migliaia di famiglie ogni giorno. In particolare oggi vorrei soffermarmi sulla periferia sud della nostra città: Arangea, punto di snodo importantissimo tra la zona Nord e la zona Sud di Reggio. Il disagio degli abitanti è tangibile e la tensione sociale sta superando il limite della tolleranza. La zona di Arangea è praticamente abbandonata a se stessa: iniziano a mancare anche le più elementari forme di civiltà urbanizzata con conseguenti gravi rischi, anche in considerazione della stagione di piogge alle porte che, con il preavviso di qualche giorno fa, ha dimostrato le evidenti, disastrose conseguenze di natura geologica prima e igienico-sanitaria dopo (con riversamenti in strada ecc.). Inoltre, bisogna sottolineare la carenza di servizi, la sporcizia, l’isolamento, l’emarginazione che rappresentano soltanto alcuni aspetti del degrado che opprime gli abitanti di Arangea. Non bisogna “soltanto” intervenire ma farlo in misura efficace al fine di riportare il quartiere in una condizione di vivibilità, magari proponendo un Piano Speciale per il recupero dei centri urbani dislocati al fine di riequilibrare la distribuzione dei servizi, assicurare una equità di trattamento rispetto al centro città ma anche rispetto all’immediato intorno, bisognerebbe infatti prendere in considerazione la possibilità di allargamento della strada di Arangea così come è stato fatto nei tratti di Ravagnese e Gallina. Intervento quest’ultimo che produrrebbe effetti positivi per la cittadinanza che soffre di un blocco della mobilità quotidiano negli orari di maggior flusso. Insomma serva ricostruire un nuovo tessuto sociale e luoghi di aggregazione che serviranno a realizzare un nuovo concetto di sviluppo. In questi casi occorre superare le divisioni politiche e, insieme, condurre una “battaglia” di civiltà per il riscatto e l’affermazione della dignità urbana e sociale dei cittadini non solo di Arangea ma di tutte le frazioni e le periferie della città.