Suzuka (Giappone). Sembrava potesse essere cavalcata facile per Sebastian Vettel a Suzuka. Cinquantatre giri, una safety car e il rebus delle gomme, invece, hanno restituito ancora una volta un ottimo Jenson Button sul gradino più alto del podio. L’inglese è stato accorto quando gli altri (Hamilton) cercavano di tenere il ritmo folle di Vettel dopo il via; è riuscito a dare il massimo prima del secondo pit stop, scavalcando il campione del mondo, che oggi ha riconfermato il titolo – ma questa non è notizia, più che altro è dato da aggiungere alla statistica -. Insieme all’inglese della McLaren, un bel 10 va a Fernando Alonso. L’aveva detto ieri, dopo le qualifiche, che il podio era un obiettivo realistico e che la gestione delle gomme sarebbe stata cruciale. Oggi, alle parole ha fatto seguire i fatti Nando. Un patrimonio per l’umanità ferrarista lo spagnolo. Complice una scelta azzardata di Vettel, costretto ad anticipare il passaggio alle gomme medie per inventarsi qualcosa che potesse rilanciarlo nella lotta per la vittoria, Alonso ha girato su tempi buoni per rosicchiare decimi e la posizione sul tedesco. Poi, nelle ultime battute di gara è andato a riprendere Button, ormai in modalità controllo della gara, per chiuderea 1”1 di ritardo. L’appello è sempre uguale: date una macchina al ragazzo.
Dietro i fantastici tre, Webber, Hamilton – avvantaggiatosi al via dalla lotta Vettel-Button, salvo poi andare in crisi di gomme prima degli altri – Schumacher, Massa.
Alla partenza, scatto dalla pole di Vettel, che subito va a far capire l’aria che tira chiudendo Button e portandolo sull’erba. Hamilton guadagna una posizione e le prime nove tornate sono nel segno della fuga (tentata) di Vettel e nella resistenza di Hamilton. Sornione Button, con il suo passo regolare e attento a preservare le gomme morbide. Al sesto giro, Alonso scavalca Massa grazie al Drs e agguanta la quarta posizione. I tempi sul giro sono vicini, non c’è il divario che le prove libere del venerdì avevano messo in evidenza. Temperature più alte, quadratura del cerchio negli assetti per McLaren e Ferrari, comprimono le differenze entro i 5 decimi. Tra nono e undicesimo giro la prima girandola di pit-stop non stravolge le posizioni. Poi, decadimento precoce che porta Vettel a inaugurare la seconda tornata di soste ai box: cruciale per le sorti di gara. Button recupera sul tedesco prima che effettui il pit, arrivando intorno al secondo di distacco. L’inglese resta in pista quei giri in più che gli permettono di scavalcare di pochi decimi il campione del mondo della Red Bull. Esiti segnati, nonostante la safety car entrata al giro 24, per rimuovere dei detriti in pista, ricordo dell’ennesimo incrocio di volanti tra Massa e Hamilton, alla chicane del triangolo. Tre giri per compattare il gruppo, riattaccare il vagoncino Mercedes di Schumacher (oggi buon sesto posto per il tedesco; ndr) e assistere alla ripartenza con Button subito in palla e pronto a scappar via. Ritmo da Red Bull verrebbe da dire, tre tornate tra 27° e 30° giro sul piede del 37”5 mettono in cassaforte la vittoria. Vettel lo capisce e cerca di inventarsi qualcosa per cambiare le sorti. Anticipa il terzo pit, per montare le medie, ma oltre che meno performanti, relegano Vettel dietro una serie di macchine più lente. Alonso, intanto, resta sulle sue morbide e gira su tempi buoni per superare la Red Bull di Sebastian. Cinque giri, tornata 38. Dai box Nando si fionda in pista davanti a Vettel e ci resterà fin sotto la bandiera a scacchi. Il rischio in casa Red Bull non ha pagato, anzi.
Button agguanta il successo, in una gara dove è stato non solo un bravo amministratore, ma anche maledettamente veloce. Sale anche Alonso, mentre a Vettel non puoi non dare un 10. Non tanto per la gara, al di sotto di quello visto quest’anno, ma i campionati si corrono da marzo a novembre, e Vettel in questi mesi ha dimostrato di meritare il massimo. Bocciato Hamilton, che non può rimediare un quinto posto quando il compagno di squadra vince con autorevolezza. Gino anche oggi ha rischiato di farla grossa sempre con Massa, urge un segno di risveglio per l’inglese. La prossima occasione per battere un colpo già domenica prossima, in Corea.
Fabiano Polimeni
Ordine d’arrivo top ten Gp Giappone
- Button
- Alonso +1”1
- Vettel +2”0
- Webber +8”0
- Hamilton +24”2
- Schumacher +27”1
- Massa +28”2
- Perez +39”3
- Petrov +42”6
- Rosberg +44”3