Catanzaro. La discarica in località Alli, a Catanzaro, è stata posta sequestrata dai Carabinieri del Nucleo operativo ecologico, su mandato del giudice per le indagini preliminari, Abigail Mellace, che ha accolto l’istanza del procuratore aggiunto Giuseppe Borrelli e del sostituto procuratore Carlo Villani. Nel corso dell’inchiesta sono emerse svariate violazioni delle norme ambientali. Tre le persone indagate. Si tratta di Stefano Gavioli, amministratore delegato della Enertech, azienda che si occupa della gestione dell’impianto; Loris Zerbin, direttore tecnico della stessa impresa ed Antonio Garrubba, collaboratore tecnico operativo. Da qualche settimana i tre avevano lasciato i loro rispettivi incarichi operativi che ricoprivano nel periodo cui risalgono i fatti oggetto delle indagini. I reati loro contestati riguardano l’inosservanza delle leggi in materia ambientale oltre che la distruzione ed il deturpamento di bellezze naturali. L’inchiesta ha permesso di accertare che il mare era la destinazione finale del percolato generato nella discarica al termine di un percorso che attraversava il fiume Alli. I Carabinieri, inoltre, avrebbero appurato la presenza nella discarica di materiale che veniva riversato senza che vi fosse autorizzazione alcuna. Il sequestro disposto dal giudice per le indagini preliminari non implica la chiusura della discarica, in cui sarà possibile continuare a riversare rifiuti, in quanto il provvedimento è stato accompagnato dalla designazione di tre esperti che si occuperanno della gestione dell’impianto. Nel corso della conferenza stampa svoltasi stamane il procuratore della Repubblica di Catanzaro, Vincenzo Antonio Lombardo ha rivelato che: “Sulla base di una serie di informative è stata ricostruita l’attività svolta nella discarica di Alli. Da una serie di intercettazioni emerge che la vasca del percolato rischiava di scoppiare proprio perchè era stata riempita di troppo materiale. Per questo motivo gli indagati per alcuni anni hanno sversato il percolato nel fiume Alli provocando seri danni all’ambiente”. Il procuratore aggiunto Giuseppe Borrelli, ha sottolineato, che: “Dal 2008 la discarica è stata gestita senza alcun controllo e questo ha provocato che l’impianto era fuori da ogni norma. E’ come se la discarica operasse senza alcuna autorizzazione. Il danno ambientale che è stato provocato è di eccezionale gravità e per questo motivo siamo dovuti intervenire in tempi rapidi. La discarica è comunque ora in condizione di operare perché sono stati nominati tre tecnici che dovranno riportare la situazione nella norma. L’impianto è nelle condizioni tecniche di poter andare avanti.