Reggio Calabria. Francesco Mollace, sostituto procuratore generale di Reggio Calabria, ha richiesto una condanna a 10 di reclusione per Massimo Labate, ex consigliere comunale di Alleanza Nazionale ed ex agente di Polizia, sul cui capo pende l’accusa di concorso esterno in associazione mafiosa. Contestualmente, Mollace, nel corso della requisitoria pronunciata davanti ai magistrati della Corte d’Appello, ha formulato un’istanza di condanna ad otto anni di reclusione nei confronti del segretario di Labate, Vincenzo Pileio. I giudici di primo grado avevano assolto i due imputati al termine del processo conclusosi a luglio dell’anno scorso. Massimo Labate fu tratto in arresto nel 2007 nell’ambito dell’operazione “Testamento”. L’accusa è quella di aver agevolato in svariate circostanze il clan Libri, permettendo a diversi imprenditori considerati contigui alla cosca di disporre di canali preferenziali che li agevolessaro nella concessione di denaro da parte del Comune per l’allestimento di varie feste e mostre. Mollace, inoltre, ha richiesto di confermare le condanne assegnate in primo grado a Giuseppe Libri (12 anni), figlio del boss deceduto Mico; a due imprenditori edili, Alessandro Collu (12 anni)e Francesco Quattrone (12 anni) ed a Bruno Crucitti (10 anni), titolare di un’impresa nel settore del calcestruzzo.
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