Catanzaro. A distanza di sedici mesi dal suo insediamento nel ruolo di commissario regionale del Partito Democratico il senatore Adriano Musi ha annunciato: “Il mio compito in Calabria è finito”. Dopo averlo riferito ad alcune delle persone a lui più vicine, è stata diffusa una nota stampa in cui Musi ha fornito le motivazioni della decisione. In essa si legge: “Il mio compito si conclude oggi, consegnando il regolamento per lo svolgimento dei congressi ed i nominativi dei presidenti delle commissioni di garanzia provinciali. Un mandato che cessa oggi per non vanificare quell’unità di intenti registratasi per realizzare i congressi. Se l’impedimento al pieno dispiegarsi delle libertà di scelta degli iscritti è il commissario; se l’impedimento alle libere primarie per la scelta dei candidati nazionali è il commissario; se l’impedimento a migliori risultati per il Pd calabrese, in armonia con quanto già seminato nelle elezioni regionali 2010, è il commissario; se l’impedimento al pieno realizzarsi della democrazia nel partito, senza personalismi e litigi da comari, è il commissario; se l’alfa e l’omega di tutti i problemi calabresi è il commissario, allora il commissario, nell’interesse dei calabresi, se ne va. Un commissario, orgogliosamente ciociaro, che vuole smentire i facili profeti, i quali, descrivendo il commissariamento, lo definirono “l’unico a guadagnarci”. Il commissario crede che gli unici a doverci guadagnare dovrebbero essere i calabresi e la Calabria e mi auguro che questo possa realizzarsi. Il commmissario – conclude Musi – se ne va per l’unità del partito; se ne va per farlo vincere. Se ne va, ma, calabresi, fatevi sentire con il vostro “mò basta””.