Gerace. Presentato il volume “Verso il futuro” di Mimmo Femia

Gerace (Reggio Calabria). “Esistono, nella vita di ognuno, momenti e frasi che ne segnano ineluttabilmente sia il percorso che lo stato d’animo col quale quel percorso sarà compiuto. “E adesso so chi sei…”, “Vi cambierà la vita”, “È Bruno che sta cercando di aiutarmi”, “Hai qualche rimpianto?” “Nessuno”, “Qualche rammarico?” “Qualcuno sì”, “Progetti?” “Tanti”… Queste sono solo alcune delle frasi che hanno segnato le vite e il cammino comune di Nicola e Adelina, due approcci al mondo e agli altri completamente diversi, due mondi differenti che si sono incontrati, sedotti e conquistati al punto che ora, a quasi 33 anni dal primo abboccamento, si fa fatica a credere come, prima di allora, siano potuti esistere un Nicola e un’Adelina distinti e separati, e non Nicola&Adelina, il “tutto” dei due e l’esempio per i loro due “compagni di viaggio”». La prima parte della quarta di copertina di “Verso il futuro” (Città del Sole Edizioni, 2011), tratteggia solo parzialmente il contorno del quadro entro il quale si dipana la storia di Nicola e Adelina, alias Mimmo Femia – l’autore – e sua moglie. Il resto è svelato dalla seconda parte: «“Vi cambierà la vita”, disse loro un caldo e terso giorno d’autunno una dottoressa… “Vi cambierà la vita” pensarono e ripensarono mille altre volte, mentre la loro vita continuava a cambiare imponendo loro nuove sfide e nuovi traguardi, ma anche molte rinunce, tante domande e numerosi sacrifici lungo la strada “verso il futuro”… Perché dopo un passato di felicità quasi “dovuta”, un presente di ansia e di attesa, un futuro certamente verrà… per Nicola&Adelina… per tutti i Nicola&Adelina… per tutti coloro che credono che “nessun tempo dura, né il buono né il cattivo”… e anche per coloro che non riescono a crederci…”. Moderatore della presentazione di “Verso il futuro” – organizzata in collaborazione con l’Amministrazione Comunale e la Pro Loco di Gerace e tenutasi nella mattinata di ieri presso la Sala Consiliare del Municipio di Gerace – è stato l’autore della postfazione del libro, il giornalista Antonio P. Condò il quale, durante il suo intervento iniziale, prima ha voluto sottolineare come secondo lui “Verso il futuro” dovrebbe essere letto da chiunque, senza alcuna distinzione, né sociale né culturale, e soprattutto «da quanti ritengono di essere onnipotenti: quelli che non provano alcun brivido di fronte a certe situazioni umane, perché convinti che certe cose accadano sempre agli altri». In secondo luogo, Condò ha poi voluto ricordare le figure di due illustri calabresi, indirettamente chiamati in causa dal libro di Mimmo Femia: Italo Falcomatà e Alberto Neri. Falcomatà, amatissimo sindaco di Reggio Calabria e della cosiddetta “Primavera di Reggio” dal 1993 al 2001, quando perse la propria battaglia contro la leucemia: “Verso il futuro” è stato, infatti, stampato con il contributo della fondazione che porta il suo nome e presieduta da sua moglie. Alberto Neri, fondatore (nel 1976) e primo primario del Reparto di Ematologia degli Ospedali Riuniti di Reggio Calabria, nonché fondatore un anno dopo della sezione AIL che oggi ne porta il nome e Medaglia d’oro al valor civile: sarà quello il reparto in cui Adelina si sottoporrà alle terapie che la cura della sindrome mielodisplastica richiede; sarà lì che conoscerà la professionalità e l’umanità di medici e paramedici e incontrerà molti volontari dell’AIL, veri angeli dal volto sempre sorridente e dalle parole sempre adatte a rasserenare pazienti e familiari. Alla sezione AIL “Alberto Neri” di Reggio Calabria, l’autore ha deciso di devolvere interamente il ricavato della vendita di “Verso il futuro”. Con un commosso intervento, il sindaco di Gerace, Giuseppe Varacalli, ha voluto invece porre l’attenzione sull’esempio di buona sanità calabrese che l’autore ha deciso di portare a conoscenza di tutti – uno dei motivi stessi che lo hanno spinto a scrivere “Verso il futuro”, come più tardi ha egli stesso confermato –, incensandone anche la forza di spirito che il veder ogni giorno di più avverarsi quel «Vi cambierà la vita» ha solo occasionalmente scalfito. Rosetta Neto Falcomatà – presidente della fondazione intitolata al marito Italo – ha invece definito “Verso il futuro” «un libro d’emozioni, una storia d’amore, la storia di una coppia felice e innamorata che vuole ciò che tutti cerchiamo nella vita – vivere una vita normale e serena –, ma che improvvisamente deve fare i conti con una delle cose che vengono a cercare quando quello che cerchi ce l’hai». A quel punto, secondo la signora Falcomatà, le possibilità sono due: o la fuga e l’estraniazione dal mondo, oppure accettare la realtà e affrontarla nella sua drammaticità. Ricordando anche l’esperienza vissuta da lei e dal marito Italo, la signora Falcomatà ha poi individuato nella speranza la «terza e fondamentale protagonista di “Verso il futuro”, oltre a Nicola e Adelina”: “un’onda di calore che scalda e fa rinascere, della quale l’autore ci ha fatto dono, invitandoci a coltivarla nei momenti più duri». Rosalba Di Filippo Scali, presidente della sezione AIL “Alberto Neri” di Reggio Calabria, da quasi 35 anni splendida realtà di ricerca e assistenza ai pazienti affetti da patologie ematiche, ha voluto evidenziare come attraverso la scrittura, l’autore abbia voluto esorcizzare i demoni che hanno agitato il suo cuore di uomo maturo, ma che è maturato ancora di più, vivendo un’esperienza umana e familiare delle più difficili, ringraziandolo per l’opportunità di far conoscere – attraverso il suo scritto – l’impegno dei volontari AIL, fornendo loro un utile sostegno. Nel suo breve intervento, Franco Arcidiaco, editore di Città del Sole Edizioni, ha anch’egli ringraziato l’autore per avergli dato la possibilità di conoscere un’altra storia e altre splendide persone, fonti d’entusiasmo per lui e per il lavoro della sua casa editrice “di servizio e impegnata nel sociale”. Enzo Cataldo – autore della prefazione a “Verso il futuro” ed insegnante elementare – si è concentrato sul valore pedagogico e di «sensibilizzazione al bisogno di solidarietà contro l’individualismo purtroppo oggi sempre più diffuso», e – deformazione professionale – ha espresso apprezzamento per la forma linguistica e sintattica semplice e coinvolgente adottata dall’autore per raccontare di momenti di intima difficoltà vissuti. Infine, le parole dell’autore, Mimmo Femia: “Chi mi conosce sa che sono più bravo – anche se non dovrei dirlo io – a scrivere che a parlare: ho deciso di scrivere questo libro perché volevo che dall’esperienza della malattia di mia moglie non restassero solo le negatività. Mi sono chiesto cosa potessi fare per cercare di tirarne fuori qualcosa di positivo e così ho deciso – col mezzo di comunicazione a me più congeniale – di raccontare della vicinanza e dell’amicizia di tante persone che non hanno lasciato solo me e la mia famiglia durante questa vicenda; di raccontare dell’umanità e della professionalità dei medici e del personale paramedico che abbiamo avuto la fortuna di incontrare; di raccontare il meraviglioso contributo in termini di serenità che i volontari dell’AIL mi hanno trasmesso, cercando a mia volta di dare un mio piccolo aiuto alla loro opera».

 

 

 

 

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