Locri (Reggio Calabria). Nel prendere atto che la proficua consultazione avvenuta ha contribuito ad apportare alcuni significativi cambiamenti alla precedente bozza dell’Atto Aziendale, considerando che il vero risparmio non è da ricercare nel declassamento delle Unità Operative, ma nei corretti investimenti rivolti alle reali esigenze del territorio, la Cisl Fp dell’ex AS 9 di Locri si domanda come mai ancora la Locride e soprattutto il suo ospedale debbano privarsi della possibilità di porsi alla propria popolazione in maniera efficace. Non può passare l’idea che a Locri non ci sia una Terapia Intensiva Neonatale, vista la distanza di oltre cento chilometri da Reggio Calabria e altrettanti da Catanzaro e considerando che a Lamezia Terme, Spoke come Locri e vicinissima alla HUB di Catanzaro, sia inserita. Non è prevista la continuità operativa della SOC di Gastroenterologia e nemmeno il proprio declassamento, infatti è scomparsa nel nulla insieme alla SOS di Diabetologia, nonostante il proficuo lavoro che le due strutture hanno assicurato finora in termini di prestazioni erogate all’utenza. Si continua a rimanere perplessi sul reale ed esiguo risparmio ottenuto dal passaggio da SOC a SOS di importanti Unità Operative come l’Oncologia, la Dermatologia e la Neonatologia. Anche in quest’atto Aziendale si continua ad ignorare la necessità di dare risposte alle evidenti richieste di supporto interdipartimentale di Neurofisiopatologia che si sobbarca tutto l’accertamento delle morti cerebrali e le risposte ambulatoriali di un’intera comunità. La previsione della scorsa bozza di una struttura complessa di Lungodegenza, si è attenuata in struttura semplice e l’impegno sul secondo CAPT (Centro Amministrativo Poliambulatoriale Territoriale), per affiancare e dislocare quello di Siderno, insufficiente, si è affievolito e scomparso. Visto l’impegno costruttivo e critico, quando serve, che questa organizzazione sindacale ha posto nei confronti dei vertici dell’ASP, nel comune perseguimento della razionalizzazione delle risorse e assicurando nel contempo alla popolazione della Locride i livelli essenziali di assistenza, non si può assistere alla scopertura di servizi fondamentali nel comprensorio e costringere la popolazione a tassarsi e rischiare sulla percorrenza per sprechi fatti in passato e che sono da addebitare sicuramente ad altri soggetti. Se l’ospedale e il tuberritorio della Locride non saranno sufficientemente sostenuti e rilanciati nella loro funzione, se s’impoverirà l’attuale per cercare di trasferirne altrove gli effetti, si assisterà all’ennesimo spreco delle già scarse risorse e si costringerà la popolazione ad emigrare per cercare altrove quelle risposte negate a prezzo raddoppiato.
Giuseppe Rubino – Segretario Sas ex Asl Locri