Reggio Calabria. Nell’inchiesta sfociata nell’operazione Sistema, condotta oggi dai carabinieri che hanno eseguito 8 misure cautelari in carcere, emerge l’infiltrazione della consorteria mafiosa nella vita politica cittadina. In particolare l’interesse della cosca Crucitti nel 2007 per le elezioni comunali che vedevano candidato l’avvocato Pasquale Morisani, oggi assessore comunale. “Non sono comunque emerse fattispecie penalmente rilevanti a carico del Morisani”. A escludere ogni profilo di responsabilità penale dell’attuale assessore è lo stesso pm che ha redatto la richiesta di misure cautelari al gip. Valutazione pienamente condivisa dallo stesso Gip, il quale scrive nell’ordinanza “Evidente, appare, alla luce di quanto sintetizzato nella richiesta del P. M., un ulteriore profilo dell’attività rientrante nel programma delinquenziale tipico della consorteria mafiosa, ovvero l’infiltrazione nella vita politica cittadina, mediante l’individuazione di un candidato di riferimento, cui garantire appoggio, evidentemente nell’ottica di poter ottenere, in futuro, agevolazioni (sebbene non siano emersi, come correttamente segnala il P. M., elementi penalmente rilevanti nei riguardi del Morisani)“.
Il nome di Morisani, che prima di sedere in consiglio comunale è stato presidente di circoscrizione e a capo di una nota associazione culturale, compare in diverse intercettazioni riportate nell’ordinanza, tanto che un lungo capitolo è dedicato ai “tentativi d’infiltrazione della cosca Crucitti nell’attività politica”. Vi è scritto: “L’attività tecnica espletata nel corso della presente attività investigativa ha rivelato anche il tentativo di condizionamento politico perpetrato dall’organizzazione criminale attenzionata, concretizzatosi nel supporto garantito da Santo Crucitti e dai suoi accoliti a beneficio di Pasquale Morisani, candidato nelle consultazioni comunali del 2007 in una lista civica a sostegno dell’elezione del sindaco Giuseppe Scopelliti. Il rapporto di conoscenza tra il Morisani ed i componenti della consorteria criminale in oggetto era emerso già dal contenuto della misura cautelare emessa nei confronti degli esponenti della cosca Crucitti nell’ambito del procedimento convenzionalmente denominato “Pietrastorta”.
E ancora: “Evidenziati gli elementi attestanti il legame tra il Morisani, Santo Crucitti ed altri soggetti a quest’ultimo legati per come già risultanti dagli atti del processo ‘Pietrastorta’, importanti conferme in tal senso sono emerse nel corso dell’attività tecnica espletata nell’ambito del presente procedimento, ove viene fugato ogni dubbio in ordine al sostegno elettorale fornito dall’anzidetta consorteria a favore del candidato Pasquale Morisani nelle consultazioni amministrative del 2007. Inequivocabili in questo senso sono le discussioni avvenute all’interno dell’ufficio in uso a Crucitti Santo a ridosso delle predette consultazioni, laddove emergeva l’impegno di quest’ultimo nel dirottare le preferenze elettorali di soggetti a lui vicini … a favore del succitato consigliere“.
Gli inquirenti ritengono significative le riflessioni dello stesso Morisani “che rappresentava il clima delle consultazioni che si sarebbero svolte da lì a poco come: “una convergenza di interessi da parte di diverse cosche”, affermando come “ci si farà più nemici che amici”.” E ancora gli investigatori ricordano come due mesi prima l’automobile Mercedes classe A di Pasquale Morisana era stata completamente distrutta dalle fiamme e lo stesso Morisani, in una conversazione intrattenuta con un altro futuro consigliere, Suraci Domenico Giovanni, aveva ricollegato l’evento al ruolo politico ricoperto.
Un rapporto di conoscenza tra Morisani e componenti della cosca Crucitti dal quale, è opportuno ribadirlo, secondo le valutazioni dello stesso Pm e dello stesso Gip Domenico Santoro, non sono comunque emerse fattispecie penalmente rilevanti a carico di Morisani, il quale nell’inchiesta non figura nemmeno tra gli indagati.
Fabio Papalia