Atto Aziendale Asp. Simone (Uil): “La Squillacioti deve essere rimossa”

Reggio Calabria. Sulle idee che hanno guidato le proposte dell’ Atto Aziendale non c’è alcuna novità rispetto alle critiche che le hanno investite. Non solo, ma l’arroganza della politica ha continuato a perpetrare palesi ingiustizie portando ulteriore perplessità a quanti credevano di dover concorrere alla necessità di ridurre le spese della sanità calabrese. Ed il governatore anche stavolta “non sapeva”; noi pensiamo invece che le varie sue pedine “ sistemate” nei posti strategici hanno eseguito le sue direttive e quindi il governatore anche in questa occasione “non poteva non sapere”. La segretezza con cui lo staff del direttore generale dell’Azienda sanitaria provinciale di Reggio Calabria ha coperto tutta l’operazione della stesura dell’Atto Aziendale originale e le successive modifiche ha rovinato l’effetto finale. E, soprattutto, ha delegittimato la politica che è stata spogliata dalle prerogative per le quali, dall’esito delle urne, è delegata a governare; i documenti importanti che tracciano il destino della sanità della Locride dovevano tener conto delle proposte tecniche, delle organizzazioni sindacali, del Comitato dei Sindaci ,degli stessi Dirigenti medici e di altre istituzioni. Si è persa l’occasione di avere un Atto Aziendale unanimemente condiviso e partecipato ed invece basta leggere le news dell’ultimo mese e mezzo per capire che hanno sortito esattamente l’effetto contrario ; non solo le critiche dell’opposizione, ma anche di esponenti dello stesso centrodestra, almeno di quelli che, in modo oggettivamente critico, si sono sentiti traditi da scelte arroganti in netta contrapposizione con le linee guida del piano di rientro. Tutti hanno capito che la coperta è corta ed è solo per pochi ed in questo gioco al massacro le intrusioni della politica creeranno non pochi problemi al nostro governatore che non può rimanere sordo alle lamentele di tanti che non intravedono piuù i nobili intenti iniziali di ridurre i costi della già disastrata cassa regionale calabrese. Si sta bluffando per far apparire all’ormai noto “ Tavolo Massicci” di Roma una sanità calabrese che non è quella reale ,solo per lo scopo di ottenere i soldi, tanto poi non ci resterà che dichiarare fallimento completo. Si continua a risparmiare su tutto, tanto dobbiamo fare cassa; facciamo i decreti per adeguarci agli standard operativi, strutturali e tecnologici e poi, invece, continuiamo a lasciare in prima linea quei poveri operatori sanitari (medici e paramedici), costretti a lavorare con organici ormai fuori da ogni logica, che devono comunque tirare la carretta a rischio di vedersi in prima pagina come autori di malasanità e continuamente beffeggiati dalle solite statistiche che vedono gli ospedali calabresi al primo posto per errori sanitari. Una squadra, quella del governatore, che si è fatta già male da sola; giocando in questo modo continuerà a farsi solo autogoal.  Siamo tutti bravi a risparmiare senza investire; come in una famiglia in cui si decide di mangiare pane e cipolla e non comprare nemmeno il panettone per Natale. Risparmieremo, ma purtroppo i nostri figli si faranno ospitare in altri posti, fuori regione, per avere quelle risposte che non possono ricevere in famiglia. Quanta dispersione di pazienti che potrebbero usufruire dei nostri ospedali e che dirottano verso il Nord? Quanto lunghe saranno ancora le liste d’attesa per interventi chirurgici a causa della mancanza di personale? Quanto pagherà il Governatore per tutto ciò? Altro che linee guida dettate dal decreto 18 o dal 106 . Si ha l’impressione che ogni Atto Aziendale sia stato partorito secondo precise volontà dei politici di maggioranza di quel territorio specifico. Strutture complesse tolte in alcune ASP ed in altre no; Strutture Complesse di nuova formazione contro ogni direttiva ; SOS a pioggia senza alcun criterio, ecc. Insomma una vera e propria Babele ed allora si spiega come il dottor Giuseppe Navarria e il Generale Luciano Pezzi, nominati sub commissari del Piano di rientro sanitario della Regione Calabria dal Consiglio dei Ministri, su proposta dei ministri della Salute, dell’Economia e dei Rapporti con le Regioni, hanno deciso di mollare . C’è qualcosa che accomuna queste dimissioni: le ingerenze di personalità della politica che vedono nella sanità della Calabria una terra di conquista “e che hanno creato queste palesi prepotenze. L’Atto aziendale dell’ASP sembra avere, infatti, un unico obiettivo: mantenere il sistema clientelare degli incarichi. A tal fine si comprende la segretezza da parte dello staff della Direzione Generale. Per contro, la scrivente organizzazione sindacale denuncia che la nuova bozza dell’ Atto Aziendale della dottoressa Squillacioti, non corredata della pianta organica dell’Azienda, resta uno schema puramente teorico, tale da non consentire la verifica e la conseguente valutazione della effettiva possibilità ( economica e organizzativa) di implementazione del modello proposto. La totale ed ingiustificata omissione di riferimenti reali e misurabili, con specifico riguardo alle risorse umane, non consente inoltre di valutare la bozza anche riguardo le finalità imposte dalle linee guida regionali: economicità e valorizzazione delle professionalità esistenti. Tale omissione è particolarmente ingiustificata riguardo i dati relativi al personale dirigente, stante il divieto di nuove assunzioni e di attribuzione di nuovi incarichi ex art. 15 septies d.lgs 165/2001. Salvo l’intenzione di prevedere uffici per i quali poi si vorrà sostenere la necessità di prorogare incarichi a personale esterno, già illegittimamente prorogati fino al prossimo dicembre, nonostante i divieti imposti dalle leggi finanziarie regionali e nazionali, ai quali si aggiunge la più recente disposizione della Struttura commissariale N. 1022SC del 22.9.2011. L’incapacità della dottoressa Squillacioti a predisporre un Atto Aziendale coerente con le Linee Guida Regionali e condiviso con le parti sociali, conferma l’inadeguatezza della stessa ad amministrare e gestire l’ Azienda Sanitaria Provinciale di Reggio Calabria, già dimostrata nella mancata adozione sia del bilancio consuntivo del 2010 che del bilancio preventivo 2011. La disastrosa condizione in cui versa l’ASP di Reggio Calabria impone l’adozione di un atto dovuto: la rimozione del direttore generale dottoressa Squillacioti.

Nicola Simone (Segreteria Provinciale UIL FPL)

 

 

 

 

 

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