Abu Dhabi. Storico. Definiamolo così il gran premio di Abu Dhabi passato in archivio. Certamente non per la vittoria di Gino Hamilton: il ragazzo torna sul gradino più alto del podio, che gli vale un’iniezione di fiducia in questo finale di stagione, ma non è da marchiare con l’aggettivo più importante la vittoria. Non è storico nemmeno il secondo posto di Fernando Alonso, scattato quinto e bravo a mettersi in tasca la piazza numero 2. E’ un gran premio storico perché Sebastian Vettel ha salutato la compagnia alla curva numero 2, dopo una partenza senza difficoltà, davanti a tutti e un quadretto apparentemente semplice. Ma il tedesco ha sbagliato, peccato di confidenza. Due ruote al di là del cordolo, richiama la vettura in pista e nella curva successiva, una veloce sinistra in appoggio si ritrova su tre ruote, con la posteriore destra stallonata. Finisce così il gran premio di Abu Dhabi per il campione del mondo. Un giro intero su tre ruote per arrivare ai box, ma troppi i danni per poter continuare. Per un Vettel che si leva di mezzo con un ritiro che è evento storico quest’anno, restano in pista Hamilton, Button e Alonso nell’ordine.
Giusto il tempo di attaccare il rettilineo più lungo del tracciato e Nando strappa con i denti la seconda posizione, passando Button e mettendosi alle spalle di Lewis, facilmente al comando.
Lo scorso anno non riuscì a fare il sorpasso “mondiale”, quest’anno Alonso s’è sbarazzato alla primissima occasione di chi gli stava davanti. Per vincere, però, serviva altro. Ha lottato sui tempi e la costanza da qualifica il ferrarista, ma Hamilton è stato bravo a gestire il comando e non ha mai corso realmente pericoli. Dietro, è stata lotta a tre per l’ultimo gradino del podio. Via via si sono autoeliminati Webber – causa pitstop al rallentatore per un errore sulla posteriore destra -, che ha cercato di recuperare con una strategia “alternativa”, su tre pit-stop che non ha pagato; e anche Massa, prima impegnato ad arginare Webber, poi, autore di un errore e testacoda quando Button ormai era lontano e agevolmente sul terzo gradino del podio, nonostante abbia perso il Kers al 14mo giro.
Il Drs ha aiutato a tenere gli occhi aperti davanti alla tv, con tanti sorpassi e contro-sorpassi nei due rettilinei spezzati dalla chicane. Le difficoltà le ha spiegate Webber nel dopo gara: «All’inizio è stata una bella lotta, ma con il Drs su due rettilinei era facile per me sul primo, ma sul secondo era difficile difendersi».
Non ha rubato nulla Hamilton, che ha messo insieme un gran week end sin dal venerdì, poi, l’uscita di Vettel gli ha agevolato le cose, ma sarebbe stato della partita anche con il due volte campione del mondo in pista.
Niente di nuovo in Ferrari: Alonso è una garanzia e non lo scopriamo oggi. Ha fatto l’impossibile per avvicinare la McLaren, lottato con il coltello tra i denti nelle primissime fasi di gara per conquistare la posizione. Non gli puoi chiedere nient’altro a Nando, se non di aver pazienza in attesa di una macchina alla pari della Red Bull e che mandi in fretta le gomme in temperatura. «E’ stata una gara fantastica con un’ottima partenza e un buon primo giro. Ho mantenuto il divario tra i 3 e 5″. All’ultimo pit ho fatto due giri in più, ma ho trovato un po’ di traffico: anche l’avessi superato [Hamilton] aveva un po’ più di passo con le medie».
A punti, dietro Massa – quinto -, Rosberg, Schumacher, Sutil, Di Resta, Kobayashi.
Fabiano Polimeni