Villa San Giovanni. Class action contro il Ponte sullo Stretto

Villa San Giovanni (Reggio Calabria). Una class action (azione di classe) per ottenere il risarcimento dei danni fin qui prodotti dall’operazione “Ponte sullo Stretto”, in particolare per l’avvenuta pubblicazione degli elenchi degli “espropriandi” senza l’ok al progetto definitivo da parte del Cipe. Questa l’iniziativa che promette di intraprendere, già nei prossimi giorni, l’associazione nazionale Consumatori Associati contro la Stretto di Messina Spa e lo Stato Italiano, nella persona dell’ormai ex presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, in quanto “nei primi giorni di settembre è stata pubblicata illegittimamente sul sito web di Eurolink, braccio operativo della Società Ponte sullo Stretto, una lista delle ditte da espropriare per la costruzione del Ponte”. Ad annunciarlo, in una nota, è l’avvocato Ernesto Fiorillo, presidente nazionale di Consumatori Associati, che spiega: “Ovviamente è intuibile quale sia il danno causato ai cittadini: la lista non avrebbe dovuto essere pubblicata poiché la Società Ponte sullo Stretto non è ancora in possesso della “dichiarazione di pubblica utilità” che viene rilasciata dal Cipe solo dopo la firma dell’accordo di programma con gli Enti locali. La illegittima pubblicazione di tale lista ha di fatto posto un vincolo di incommerciabilità sui beni». Ed infatti solo nei giorni scorsi tutti gli enti coinvolti nella vicenda del Ponte sullo Stretto si sono riuniti a Roma per lo svolgimento della conferenza dei servizi finalizzata ad avviare la procedura per la dichiarazione di “pubblica utilità” in merito alla mega infrastruttura. Un tavolo romano dunque propedeutico all’approvazione del progetto definitivo da parte del Cipe e al contestuale avvio di gara per il reperimento di finanziamenti privati, almeno stando agli annunci di Pietro Ciucci, amministratore delegato della Stretto di Messina Spa, che ha assicurato l’apertura dei cantieri entro la metà del 2012. Annunci ai quali, però, non crede quasi più nessuno, soprattutto perché «negli ultimi mesi – ricorda anche Fiorillo – sono avvenuti due fatti che hanno condizionato la possibilità pratica di realizzare il Ponte sullo Stretto. Ha cominciato l’Unione Europea modificando definitivamente il percorso del “corridoio” che, invece di attraversare la Sicilia, gira a destra da Napoli verso Bari. Il colpo di grazia – aggiunge il presidente di Consumatori Associati – è stato dato dalla decisione del Parlamento e del Governo di tagliare 1,8 miliardi, destinati alla capitalizzazione della Società Ponte sullo Stretto. Sono da considerare prive di alcun valore le rassicurazioni del Presidente del Consiglio secondo cui, pur riducendo di 1,8 miliardi il finanziamento il Ponte si farà lo stesso perché i Fondi Strutturali ed i soldi dei privati». Ne è certo Fiorillo, che chiarisce: “I Fondi Strutturali promessi (3-4 miliardi) non arriveranno per la modifica del corridoio, a questo punto il Privato dovrebbe spendere 5 miliardi in più del previsto. Quindi ogni conto economico andrà rivisto e l’opera difficilmente sarà sostenibile secondo le leggi ferree dell’Economia”. Insomma, è uno scenario “senza Ponte” quello che si apre. E con esso si apre anche “il necessario capitolo dei risarcimenti», a quanto pare un rimborso miliardario per la Impregilo e compagnia bella. “Risarcimento che – chiosa Fiorillo – sarà pagato dallo Stato e, cioè, dai contribuenti. Diviso tra tutti gli Italiani fa più o meno conto cento euro a famiglia. Ne potevano fare a meno ma non è detta l’ultima parola. Forse – non demorde il presidente di Consumatori Associati – ci sarà il modo di far pagare le somme direttamente a chi ha voluto un’opera che, già sin dall’inizio, appariva impossibile, inutile e fuori tempo”. Un modo che si chiama, appunto, class action, già utilizzato da Consumatori Associati contro l’Anas, per il mancato tempestivo ripristino di una strada statale, contro lo Stato Italiano, per i danni dell’alluvione 2009, e contro gli ex amministratori dell’Alitalia.

Francesca Meduri

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