Reggio Calabria. Sabato 12 novembre, presso la sala “Giuditta Levato” della sede del Consiglio regionale della Calabria, si è tenuto un interessante forum sul tema “La pianificazione per il governo del territorio e lo sviluppo sostenibile”.
Prendendo spunto dalla presentazione del libro “Geologia applicata alla pianificazione per il governo del territorio” di Antonio e Vincenzo Pizzonia, i clubs Rotary, Inner Wheel, Rotaract e Interact di Reggio Calabria, hanno scelto di aprire un dibattito su un tema che è di grande attualità e rilevanza per la città e per l’intera regione. Si è parlato dunque di questioni a cui sono strettamente collegate le prospettive di sviluppo sociale, economico e ambientale della nostra città e della nostra regione, ma anche del problema (posto purtroppo alla ribalta dai tragici fatti accaduti nelle ultime settimane) della messa in sicurezza della città e del territorio, che nella nostra regione risultano particolarmente esposti al rischio sismico e al rischio idrogeologico.
A poco più di un mese dalla visita del Papa Benedetto XVI in Calabria, è ancora vivo il ricordo dell’analisi che il Pontefice ha fatto del nostro territorio, nell’omelia della S. Messa celebrata a Lamezia Terme.
“Se osserviamo questa bella regione,riconosciamo in essa una terra sismica non solo dal punto di vista geologico, ma anche da un punto di vista strutturale, comportamentale e sociale”. L’intento dei Club service è di affermare la volontà di sostenere l’impegno per la realizzazione di strumenti di pianificazione moderni che, indirizzati ad armonizzare gli obiettivi di sostenibilità ambientale con gli obiettivi di equità sociale, del benessere economico e della sicurezza, hanno i requisiti per concorrere al superamento della dominante cultura dell’emergenza e alla costruzione di una società possibile.
Tali strumenti sono quelli configurati dalla legge urbanistica che la Regione si è data già nel 2002, colmando un vuoto di regole durato a lungo, e durante il quale si è alimentata una gigantesca azione di rapina del territorio, e si è verificato quanto di peggio ci si poteva aspettare per le città e il territorio.
Con gli strumenti moderni di pianificazione è possibile tentare di rimediare ai guasti prodotti dall’abusivismo diffuso, che ,con riferimento alla nostra città, ha stravolto il significato urbanistico del piano Quaroni degli anni settanta, e si è accentuato successivamente, determinando l’urbanizzazione selvaggia e l’erosione di vaste aree site lungo la costa, a monte della città, lungo gli assi stradali di penetrazione mare-monti, lungo gli argini delle fiumare, e investendo anche le aree destinate a coltivazioni pregiate, come il bergamotto.
Si può tentare di rimediare ai guasti ambientali e agli inquinamenti di rilevanti risorse naturali, che si sono generati a causa del basso livello di educazione ambientale e dell’utilizzo sconsiderato delle risorse; si può e si deve rimediare alle condizioni di rischio idrogeologico e sismico, ma anche di rischio per erosione costiera, che si sono incrementati per il caotico sviluppo urbanistico ed edilizio, per l’abusato ricorso a condoni edilizi, per il disinteresse diffuso per le norme sismiche.
Si possono attivare ampi processi di riqualificazione per rimediare alla diffusa scarsa qualità urbana, esito evidente di politiche urbanistiche sbagliate, e gravemente lesive dell’integrità fisica e dell’identità culturale del territorio, troppo a lungo tollerate, si possono rimuovere le perduranti storiche difficoltà di collegamento,e le carenze di aree di protezione civile, intollerabili in contesti territoriali a condizioni idrogeomorfologiche e sismiche sfavorevoli alla stabilità del suolo e alla sicurezza degli insediamenti.
Gli strumenti di piano con cui tutto ciò può essere programmato e realizzato, stentano però a prendere forma a tutti i livelli, da quello regionale a quello comunale, e le ragioni che ne impediscono la costruzione, sono sostanzialmente quelle che hanno rallentato finora lo sviluppo della Calabria.
Di fatto, i numerosi e diversificati ostacoli che fino a ora si sono frapposti alla concreta ed efficace applicazione della legge urbanistica regionale, rendono concreto il rischio che essa diventi una “ legge manifesto”, come purtroppo accaduto con tante altre buone leggi.
La città, come tutta la regione, ha il problema di affermare la cultura della prevenzione e di consolidare il processo di miglioramento della governance, tanto faticosamente avviato e quello di liberarsi del tutto della cultura dell’emergenza e del retaggio di arretratezza e degrado, per concretizzare un percorso virtuoso di crescita.
Reggio non può esporre a rischio di insuccesso lo svolgimento e il coordinamento delle nuove funzioni che ad essa derivano dal nuovo rango di città metropolitana, non può rinunciare a diventare competitiva e a realizzare la sua aspirazione a svolgere un ruolo importante nell’area del Mediterraneo, che la sua posizione logistica le assegnano.
Ampie ragioni giustificano l’iniziativa dei club, che, in coerenza con lo spirito di servizio rotariano, non è indirizzata alla sterile critica ma a mettere in luce le buone ragioni di attuazione della legge urbanistica, contrastando atteggiamenti di chiusura che nascono da non sostenibili interessi di parte, e dando incoraggiamento e sostegno a chi istituzionalmente ha il compito difficile di realizzare a livello regionale, provinciale, comunale gli strumenti di pianificazione, e di garantirne l’attuazione.
Rotary Club