Camigliatello (Cosenza). La Calabria vanta un patrimonio forestale di ben 612.000 ettari, tra i più importanti in Italia, di rilievo per la gestione del territorio, la regimazione delle acque e l’attrattività turistica, eppure manca una strategia
nell’utilizzo in maniera qualificata del legno sotto il profilo produttivo. Basti pensare che il 55% della risorsa viene destinato a biomassa e il 20% a legna da ardere.
Il seminario informativo “Filiera legno: sviluppo sostenibile e opportunità di reddito” organizzato da Agriconsult Mediterraneo con “L’Informatore Agrario” al Centro visite Cupone di Camigliatello Silano (Cosenza), nel cuore del Parco Nazionale della Sila, per la prima volta ha evidenziato le prospettive di una gestione sostenibile, attraverso progetti di filiera previsti dal Psr Calabria 2007-2013.
Un’iniziativa patrocinata dalla Regione Calabria, dal Ministero delle Politiche agricole alimentari forestali e dall’Unione Europea e moderata dal direttore de “L’Informatore Agrario”, Antonio Boschetti.
«La debolezza del settore si evince dallo scollamento dei diversi anelli della filiera – ha dichiarato Giuseppe Perri, di Agriconsult Mediterraneo e responsabile del Pif Bosco Vivo – ma anche da criticità come gli incendi, i pascoli non controllati e il rimboschimento che spesso non viene curato con attenzione. Ne deriva un prodotto
finale di scarso valore commerciale e un prelievo poco coordinato della materia prima. Gli obiettivi del nostro Pif, che si realizzerà su 1.200 ettari tra le province di Cosenza e Crotone, sono relativi alla creazione di una gestione della filiera attiva e sostenibile delle risorse forestali in tutte le fasi, dal taglio alla commercializzazione, con una forte interconnessione tra pubblico e privato che produca rete sul territorio e favorisca imprese altamente qualificate pronte ad immettersi sul mercato. L’auspicio è che questo modello possa essere replicato per lo sviluppo di un progetto su scala regionale».
Particolarmente apprezzati, nella due giorni di Camigliatello, gli interventi degli esperti del settore. Valter Francescato dell’Aiel (Associazione Italiana Energie Agroforestali) ha sottolineato i grandi margini di miglioramento che esistono sull’utilizzo del legno in Calabria, dove il 40% della legna da ardere finisce in camini
aperti (che tendono a disperdere l’energia) e solo l’11% confluisce in apparecchi innovativi. L’illustrazione di diversi casi di studio ha dimostrato che in altre regioni d’Italia un percorso virtuoso è stato già intrapreso con successo, attraverso l’installazione di mini impianti che riducono i costi, rimpiazzando Gpl e gasolio con
il legno, e che riescono a produrre meglio energia e calore. Carla Nati, ricercatrice Cnr di Firenze, ha mostrato come si possano abbattere i costi e migliorare la qualità della raccolta, attraverso l’uso di tecnologie avanzate. Lo stesso auspicio è stato espresso da Danilo Marandola, dell’Osservatorio Foreste – INEA, Rete rurale
nazionale, il quale ha evidenziato con preoccupazione il sempre minor utilizzo delle foreste a causa della frammentazione della proprietà (pubblica e privata) e degli scarsi investimenti, soprattutto in innovazione e tecnologia. L’importanza di una corretta pianificazione forestale è stata al centro dell’intervento di Pasquale Audia, di Agif Engineering.
“Sostenibilità” è stata la parola-chiave di molti interventi: Maurizio Nicolai, Autorità di Gestione PSR Calabria, ha ricordato come la nuova Pac inserirà tra gli elementi di premialità le azioni che si concretizzeranno in un contributo al rinverdimento; Alessandro Zanfino, dirigente del settore Sviluppo Rurale Dipartimento Agricoltura, Foreste e Forestazione della Regione Calabria, ha invitato gli operatori a concepire l’incentivo pubblico come un aiuto a generare ritorni produttivi per il territorio; Michele Laudati, direttore del Parco Nazionale della Sila, ha evidenziato con orgoglio la recente attribuzione della “Carta europea della sostenibilità”, che affida al Parco la responsabilità di far coltivare i boschi in modo da migliorare l’assorbimento di anidride carbonica e l’emissione di ossigeno, oltre che per conservare la biodiversità; Vincenzo Carè (INEA, Rete rurale, postazione della Regione Calabria) ha rimarcato la valenza dei Pif come strumenti di competitività, utili anche per affrontare meglio ostacoli come l’accesso al credito.
Infine, Rosario Proto, docente dell’Università degli Studi di Reggio Calabria, ha evidenziato come, per produrre uno scatto in avanti dal punto di vista culturale, occorre puntare sulla formazione e sull’aggiornamento professionale degli operatori locali e sulla sicurezza sui cantieri.
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