Frodi nei finanziamenti Ue per l’agricoltura. Carabinieri sequestrano beni per 1 milione e 200 mila euro

Reggio Calabria. Il Nucleo Antifrodi Carabinieri di Salerno, unitamente ai militari del Comando Provinciale di Reggio Calabria, ha dato esecuzione al Decreto di sequestro preventivo per equivalente ex. art. 321 C.p.p., di conti correnti, fondi d’investimento, depositi titoli, prodotti assicurativi, beni immobili (adibiti ad uffici, in Reggio Calabria) e “titoli di quote produttive” nei settori “oleario” e “seminativi”.
Il provvedimento cautelare è stato emesso d’urgenza dalla Procura della Repubblica di Reggio Calabria conseguente alla denuncia operata dal NAC di Salerno e dai Carabinieri di Reggio Calabria nei confronti di quindici soggetti tra cui produttori agricoli dei settori “oleario” e “seminativi” ed operatori di Centri di Assistenza Agricola (C.A.A.) della provincia di Reggio Calabria.
Gli indagati sono ritenuti responsabili dei reati di associazione per delinquere (ex art. 416 C.p.), frode informatica (ex art. 640 ter) e truffa ai danni dell’Unione Europea (ex art 640 bis C.p.), per aver percepito illecitamente finanziamenti comunitari del Fondo Europeo Agricolo di Garanzia (FEAGA) per un valore complessivo di 1.125.000 euro.
Le indagini del Nucleo Antifrodi Carabinieri hanno evidenziato in particolare la condotta fraudolenta di alcuni operatori di Centri d’Assistenza Agricola della provincia di Reggio Calabria che attraverso le loro credenziali erano riusciti ad individuare sulla banca dati del SIAN, il Sistema Informativo Agricolo Nazionale, i dati relativi a superfici agricole incolte che, all’insaputa dei proprietari, sono state indicate nella “dichiarazione di produzione aziendale” per ottenere gli illeciti finanziamenti.
L’attività fraudolenta si è sviluppata inoltre con l’attestazione di produzioni inesistenti o maggiorate nelle campagne olivicole degli anni 2002 – 2005, poste a riferimento per la costituzione di falsi “titoli di produzione” e con l’arbitraria intestazione delle titolarità di superfici agricole appartenenti a persone decedute.
Gli indagati, alcuni dei quali operatori di Centri di Assistenza Agricola, potevano intervenire indebitamente sul sistema informatico “SIAN” (Sistema Informativo Agricolo Nazionale) dirottando fraudolentemente oltre mille “fascicoli aziendali” da un CAA ad un altro e trasferendo arbitrariamente titoli di quote produttive provenienti di ignari produttori che venivano assegnati al gruppo criminale.
Il provvedimento di sequestro adottato d’urgenza dall’Autorità Giudiziaria ha consentito di “congelare” i patrimoni illecitamente acquisiti dal circuito criminale e di rendere quindi effettivo il recupero degli illeciti finanziamenti comunitari valutati su oltre 1 milione e 200 mila euro.
L’aggressione ai patrimoni illeciti nelle frodi comunitarie è di fondamentale importanza perché in base alla normativa comunitaria l’entità dell’illecito finanziamento sottratto illegalmente al budget comunitario viene posta a carico dello Stato membro almeno nella misura del 50% ma anche oltre se lo Stato si è rilevato inadempiente rispetto agli obblighi comunitari.
Inoltre le azioni di recupero avviate dai Nuclei Antifrodi Carabinieri d’intesa con l’Autorità Giudiziaria sono rivolte anche a tutelare il regime di concorrenza e la libertà dei mercati che risulterebbero alterati dalla condotta disonesta di chi accede illecitamente a finanziamenti comunitari.
Anche per tali finalità presso il Comando Carabinieri Politiche Agricole e Alimentari è istituito il Numero Verde 800 020 320 ed è attiva la casella di posta elettronica ccpacdo@carabinieri.it che gli operatori del settore ed i cittadini possono contattare per ricevere informazioni o fornire segnalazioni.
Per informazioni generali i consumatori possono consultare il sito istituzionale del Reparto sul link http://www.carabinieri.it/Internet/Cittadino/consigli/tematici/. Per i casi più gravi e urgenti il cittadino può sempre rivolgersi a una delle oltre 4600 Stazioni Carabinieri diffuse su tutto il territorio nazionale.

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