Reggio Calabria. Avrebbe dato notizie riservate ottenendo un posto di lavoro per la moglie. Concorso in favoreggiamento personale. E’ la prima delle accuse con cui questa mattina è stato arrestato il magistrato reggino Giuseppe Vincenzo Giglio, noto come Vincenzo. Secondo l’accusa il togato, magistrato in servizio presso il Tribunale di Reggio Calabria con la funzione di presidente della Sezione Misure di prevenzione, indicato nelle telefonate intercettate dagli investigatori come “primario”, “capostruttura” e “cugino di Enzo” (il riferimento è al cugino medico, Vincenzo Giglio, anch’egli arrestato), in concorso con Vincenzo Minasi, Francesco Morelli, Vincenzo Giglio e altri soggetti non individuati, tra i quali pubblici ufficiali, violando i doveri di imparzialità, probità e indipendenza nonché il dovere di riservatezza tipici della funzione giudiziaria e mettendosi a disposizione di Giulio Lampada, che voleva avere ragguagli sulla sua posizione giudiziaria e investigativa nonché su quella dei suoi sodali, avrebbe fornito notizie coperte dal segreto a Giulio e Francesco Lampada, incontrandoli nella propria abitazione di via Tommaso Campanella al civico 38 in più occasioni, dal febbraio all’aprile 2010, tramite l’intermediazione di Vincenzo Giglio e Francesco Morelli, i quali avrebbero provveduto a fissare gli appuntamenti e ad accompagnare Giulio Lampada presso il suo domicilio.
In particolare, gli investigatori annotano che il 25 febbraio 2010 Giulio Lampada e l’avvocato Mario Giglio rimangono nell’abitazione del magistrato dalle ore 20.30 alle 21.35.
Quella stessa sera, il 25 febbraio 2010 alle ore 23.13 viene intercettata la conversazione tra Francesco Lampada e la moglie Maria Valle:
Francesco: E ti sto dicendo che ci siamo andati anche stasera…
Maria: …dal capo struttura?
Francesco: …sì …ha detto che ha bisogno di qualche giorno in più ancora perché sta controllando tutto totale, dalla A alla Z.
Francesco: … io tengo fede della situazione… del cugino del medico, hai capito?
Maria: capito
Francesco: Perché l’ho visto che è piùù… che si può .. il cu… se dice una cosa “è chidda”… l’ho … l’ho tastato con le mani … guardando i raggi e guardando le cose… perciò… siamo andati stasera e ci ha detto di avere pazienza qualche giorno in più… basta, basta tutto qua.
Una serie di messaggi intercettati tra i due coniugi Lampada, il 4 marzo 2010:
ore 20.07 Francesco Lampada: …c’e qualche novità cioe il med dell ospedale ha visto che ce ricicl con medici di qua del posto
ore 20.12 Francesco Lampada: I dottori per adesso stanno facendo un cecap di controllo di esami sabato ci da tutto il risultato…
ore 20.28 moglie di Francesco Lampada: Ma pensi male tu amore?
ore 20.33 Francesco Lampada: …male no penso pero’ il tumore c’è bisogna trovare la cura
ore 20.33 moglie di Francesco Lampada: …e’ meglio pregare che parlare. Un bacio…
Il 12 marzo 2010 alle ore 15.39 viene intercettata una conversazione tra i presenti nello studio Minasi, tra lo stesso Minasi e Giulio Lampada:
Lampada: …neanche a Catanzaro!!! …stanno facendo solo un controllo… sul discorso del riciclaggio…eee…ha detto rapporti con una cosca meridionale… solo un controllo!! …stanno …per vedere se…
Minasi: …e vabbè.. vedi che le cose combaciano?
Lampada: ..però attualmente non c’è niente… attualmente.. questo è stato il cugino di Enzo… è serio come persona!!
Minasi: …sì eh!!!
Lampada: … io l’ho visto… almeno secondo me è serio come persona…
Minasi: …cazzo scherzi…
Ancora, il magistrato è accusato, insieme a Vincenzo Minasi, Francesco Morelli, Giulio e Francesco Lampada, di avere sollecitato, istigato e rafforzato il proposito criminoso di pubblici ufficiali e incaricati di pubblico servizio, non individuati, i quali abusando della loro qualità e in violazione dei doveri di riservatezza, probità e indipendenza tipici della funzione e del servizio, avrebbero rivelato loro le notizie coperte dal segreto. Dopo avere acquisito tali notizie i presunti correi se le sarebbero scambiate vicendevolmente e le avrebbero comunicate in via indiretta a tutti i membri del sodalizio.
LE PRESUNTE PRESSIONI PER FARE NOMINARE LA MOGLIE COMMISSARIO DELL’ASP DI VIBO VALENTIA
Ancora, il magistrato è altresì accusato perché, agendo con sua moglie Alessandra Sarlo, e con Francesco Morelli, avrebbe compiuto atti contrari ai doveri d’ufficio, mettendosi a disposizione di Morelli per le necessità che quest’ultimo poteva avere in ambito giudiziario e in particolare rivelandogli notizie riservate, tra cui il fatto che a Reggio Calabria non vi era contro il consigliere regionale alcun procedimento per fatti di ‘ndrangheta o comune collegati, notizia che il magistrato avrebbe appreso da persone non identificate tra i quali pubblici ufficiali, ottenendo in cambio la disponibilità di Morelli a soddisfare le esigenze lavorative della moglie, e in particolare intervenendo per favorire la nomina della moglie a Commissario straordinario dell’Azienda sanitaria provinciale di Vibo Valentia.
In particolare, gli investigatori annotano che il 10 aprile 2010, il magistrato invia al neo eletto consigliere regionale Francesco Morelli un messaggio: “Ti confesso un piccolo segreto: mia moglie fa parte della piccola cerchia di persone a cui piace lavorare molto. Perciò, quale che sia la destinazione, per favore, che sia un posto fortemente operativo e non di mera rappresentanza. Questo per la sua serenità e per il mio equilibrio interiore per cui invoco la solidarietà maschile. Grazie;“
I due secondo l’accusa hanno avuto un incontro riservato, il 18 aprile 2010, presso l’abitazione del magistrato. Il giorno successivo il magistrato avrebbe inviato notizie coperte da segreto che gli sarebbero state richieste, dopo essersi scambiato una serie di sms con Morelli, fax per la cui trasmissione il magistrato avrebbe incaricato la moglie. Secondo gli investigatori il fax avrebbe contenuto la rivelazione che attestava la non iscrizione nel registro degli indagati di Morelli. Nei mesi successivi, il magistrato avrebbe sollecitato Francesco Morelli, che sarà nominato presidente della Commissione Bilancio e Programmazione economica della Regione Calabria, ad attivarsi per la nomina della moglie, a tal fine ricevendolo presso la propria abitazione insieme al consigliere regionale Luigi Fedele, scambiando con costoro una serie di telefonate e di messaggi, tra i quali:
9 maggio 2010
ore 11.29 da Vincenzo Giglio a Franco Morelli:
“La provincia di Rc sta per revocare il comando di Ale alla regione. Non solo nessun nuovo orizzonte ma addirittura il ritorno del vecchio, con l’immaginabile ripresa di persecuzioni ed epurazioni. Brutti tempi, caro mio, in cui l’onesto deve temere solo per il fatto di esserlo”
ore 16.44 da Franco Morelli a Vincenzo Giglio
“La prov… sino a quando c’è Giuseppe non può revocare e cmq, mi sono permesso di rappresentare lo stato dell’arte a chi di competenza e NULLA QUAESTIO. Un abbraccio e a prestissimo, se del caso e dovesse servire anche in settimana”.
ore 18.07 da Vincenzo Giglio a Franco Morelli:
“Grazie”
20 maggio 2010
ore 18.31 da Vincenzo Giglio a Franco Morelli:
“Informazioni avute da Luigi: Consiglio zero spazi, Giunta forse qualche dirigenza intermedia. Credo che a queste condizioni tanto vale resistere nella postazione provinciale in attesa di tempi migliori, ammesso che arrivino. Grazie comunque”.
ore 18.49 da Franco Morelli a Vincenzo Giglio:
“Secondo me affrontata quaestio con poca incisività. Ne parliamo, se vi và, il 31”.
21 maggio 2010
ore 20.09 da Vincenzo Giglio a Franco Morelli:
“Lunga ma utile discussione con mia moglie. La prospettiva individuata è quella, appena possibile, del trasferimento definitivo al Consiglio. Nell’immediatezza, se fosse possibile, Ale gradirebbe arrivare subito in Consiglio, anche con formule provvisorie che però tengano conto della sua qualifica dirigenziale. Ci possiamo riuscire o stiamo chiedendo troppo? Luigi può impegnarsi in questo senso? Un marito stressato”.
ore 20.13 da Franco Morelli a Vincenzo Giglio:
“Con viva solidarietà maschile ci impegneremo con la forte convinzione di riuscire. Con grande condivisione. F.”
4 giugno 2010
ore 19.34 da Franco Morelli a Vincenzo Giglio:
“Se non ti ha chiamato, ti chiamerà Gigi e con magnum gaudio ti comunicherà che inizio anno nuovo si può fare trasf.definitivo in Consiglio poiché “si rende necessario farne altri 5″ ergo… Poi ti spiego. Eureka Eureka”
ore 19.37 da Vincenzo Giglio a Franco Morelli:
“Grazie davvero. E, scusa l’insistenza, nelle more? E possibile il comando immediato che auspichiamo?”
ore 19.39 da Franco Morelli a Vincenzo Giglio:
“Certamente sì.”
ore 19.56 da Vincenzo Giglio a Franco Morelli:
“Ancora grazie. So bene che, chiunque volesse prendersi il merito, è a te e solo a te che devo gratitudine.”
ore 20.01 da Franco Morelli a Vincenzo Giglio:
“Enzo, consentimi (non alla berlusconiana maniera), tra amici, non esiste gratitudine ma solo condivisione”
14 giugno 2010
da Vincenzo Giglio a Franco Morelli:
“Novità? Fatto qualche passo avanti?”
Morelli a Giglio:
“stiamo procedendo”
18 giugno 2010
ore 21.01 Vincenzo Giglio a Franco Morelli:
“Per il resto grande novità: pare che Ale sarà nominata commissario dell’ASP di Vibo Valentia. E un impegno preso direttamente e inaspettatamente dal governatore. Incrociamo le dita. Ovviamente appena avrò novità te le comunicherò”.
ore 21.37 Franco Morelli a Vincenzo Giglio:
“Evviva Evviva Evviva ex malo bonum. Un abbraccio e gioisco assieme a voi”.
Effettivamente il giudice ha ottenuto, il 14 luglio 2010, con decreto del Presidente della Giunta regionale, la nomina della moglie, Alessandra Sarlo, a commissario straordinario dell’ASP di Vibo Valentia. Con l’aggravante però, secondo l’impianto accusatorio, derivante dal fatto che la corruzione ha avuto ad oggetto il conferimento di un impiego pubblico presso la Regione Calabria, la stessa articolazione amministrativa a cui appartiene Franco Morelli.
Fabio Papalia