Agguato a Pellaro. Ucciso con un colpo alla testa Bruno Vittorio Martino

Reggio Calabria. E’ stato freddato con un colpo di pistola alla testa. E’ morto poco dopo l’arrivo in ospedale Bruno Vittorio Martino, imprenditore di 46 anni, ucciso in un agguato in via Nazionale a Pellaro, di fronte alla palestra da cui era appena uscito. L’uomo aveva finito di allenarsi al primo piano di uno stabile che ospita un supermercato, e si era diretto al furgone, un Fiat Doblò Cargo di colore bianco, che era parcheggiato di fronte, nell’area di parcheggio riservata ai clienti del supermarket. Qui ha trovato la morte, intorno alle ore 20.45. La dinamica non è ancora perfettamente chiara, ma in ogni caso qualcuno gli ha sparato almeno un colpo di pistola, è stato rinvenuto e repertato un bossolo calibro 7.65, che lo ha centrato in testa. Soccorso e trasportato al pronto soccorso dei Riuniti, Martino è morto poco dopo. Sul posto sono intervenute le Volanti, dirette sul posto dal dirigente dell’Ufficio prevenzione generale e soccorso pubblico, il vice questore aggiunto Giuseppe Pizzonia, e dal suo vice, il commissario capo Giuseppe Giliberti, gli agenti della Squadra Mobile con il funzionario di turno Francesco Giordano, e gli specialisti del Gabinetto regionale di polizia scientifica diretto dal vice questore aggiunto Diego Trotta. Gli investigatori stanno interrogando i parenti della vittima, per ricostruirne gli ultimi spostamenti e gli ultimi giorni di vita, alla ricerca di una qualche traccia che possa spiegare il movente dell’omicidio. Pare però che l’uomo non avesse ricevuto minacce di alcun tipo, né avesse avuto diverbi. Ovviamente gli investigatori della Squadra Mobile diretta da Renato Cortese non escludono al momento alcuna ipotesi, nemmeno quella che porta alla ‘ndrangheta, sebbene sembra non risultino legami della vittima con la criminalità organizzata. L’uomo, amministratore unico di una ditta che ha anche la proprietà del bar dell’aeroporto, era stato coinvolto nell’ambito dell’operazione Terrazzamento, condotta dai Carabinieri della Stazione di Gallina e dai militari del Noe, diretto dal capitano Paolo Minutoli. I militari avevano scoperto che in località Bovetto era sorta una discarica abusiva, di rifiuti speciali. Più specificamente i reati contestati andavano dalla realizzazione della discarica abusiva, al traffico di rifiuti, alla realizzazione di lavori di terrazzamento (da cui il nome dell’operazione) di terreni a scopo agricolo in assenza dei prescritti titoli autorizzativi, fino alla gestione e trasporto non autorizzati di rifiuti speciali non pericolosi. Nell’ambito dell’operazione erano state sequestrate tre società tutte riconducibili a Martino, la Idroterm, la Idroterm srl, e la Eko Mrf srl, oltre a numerosi mezzi di cantiere, e al bar dell’aeroporto, per un totale di 7 milioni di euro. In particolare, partendo da una fotografia satellitare sul sito web “Bing Maps”, i carabinieri avevano accertato che all’interno della proprietà d’azienda di cui Martino era amministratore unico e proprietario del terreno, si era svolta un’attività di sversamento di rifiuti provenienti da demolizioni con il riempimento di un intero vallone, per il quale nel 2005 Martino aveva dichiarato invece l’inizio delle attività di realizzazione di terrazzamenti con conferimento di “terreno agricolo per la realizzazione di un uliveto”. Dell’uliveto, però, dalle immagini dell’elicottero dell’Elinucleo dei carabinieri, non era rimasta traccia. Dalle verifiche dell’Arssa, invece, era emerso concreto il rischio idrogeologico di tutta l’area. Nell’ambito della stessa operazione era stato denunciato un soggetto che gli inquirenti ritengono legato al clan Ficara.

Fabio Papalia

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