Torino. Sabato scorso, 3 dicembre 2011, a Torino e Asti, sono state eseguite tre ordinanze di custodia cautelare in carcere emesse dal gip Giuseppe Salerno del Tribunale di Torino (nell’ambito del proc. pen. nr.12007/11 R.G.N.R.), nei confronti dei soggetti che avrebbero favorito la latitanza del boss della ‘ndrangheta Giorgio Demasi, 59enne nato a Marina di Gioiosa Jonica (RC), alias “U Mungianisi”, con condotta consistita nell’ospitarlo in Torino, nell’assisterlo negli spostamenti sul territorio e nell’aiutarlo ad eludere le ricerche delle forze dell’ordine.
I provvedimenti sono stati emessi nei confronti di:
- Rocco Demasi, 46enne nato a Martone (RC), residente a Torino;
- Francesco Ursino, 28enne residente a Torino;
- Rocco Schirripa, 58enne nato a Gioiosa Jonica (RC), già detenuto per la violazione dell’art.416 bis (Op.Minotauro) presso la casa Circondariale di Asti.
Giorgio Demasi è ritenuto ai vertici della cosiddetta “Provincia” e nel provvedimento di fermo di indiziato di delitto (nr. 1389/2008 R.G.N.R.) emesso in data 9 luglio 2010 è ritenuto capo e organizzatore del sodalizio ‘ndranghetistico del locale di Gioiosa Jonica.
Significative sotto questo aspetto le numerose conversazioni ambientali registrate all’interno della lavanderia “Ape Green”, tra lo stesso e Giuseppe Commisso cl. 1947, alias “U Mastru, esponente di spicco dell’omonima famiglia Sidernese, nelle quali i due discutevano in ordine agli assetti della ‘ndrangheta della Provincia di Reggio Calabria ed in particolare sui “locali” esistenti nella Locride.
Le indagini, condotte dalla Sezione Investigativa del Commissariato di Siderno, diretto dal vice questore aggiunto Stefano Dodaro, e dalla Squadra Mobile di Reggio Calabria diretta dal primo dirigente Renato Cortese, coordinate dalla Dda del capoluogo reggino, sono state avviate nei giorni immediatamente successivi alla sottrazione del Demasi al provvedimento di fermo emesso nei suoi confronti, periodo in cui gli investigatori calabresi hanno esercitato una costante attività di ricerca, anche attraverso svariate intercettazioni telefoniche ed ambientali, tale da indurre il ricercato ad allontanarsi dalla Calabria per trovare rifugio a Torino, dove vantava numerosi appoggi da parte di fiancheggiatori fidati e prossimi congiunti residenti nel capoluogo piemontese da diversi anni. Le attività di ricerca si sono concentrate quindi nel centro piemontese con la collaborazione attiva degli uomini dalla Squadra Mobile di Torino.
La mattina del 23 aprile 2011, la vigilia del giorno di Pasqua, la svolta alle indagini. Infatti, verso le ore 12.30 di quel giorno, i poliziotti impiegati all’ascolto della conversazioni ambientali a bordo della citata autovettura hanno registrato una preziosa conversazione tra Rocco Demasi e un uomo calabrese che pur parlando a bassa voce induceva gli investigatori a pensare che tale soggetto si potesse individuare proprio nel latitante Giorgio Demasi.
Nella circostanza, pur attivando immediatamente il personale della prima Sezione Criminalità Organizzata della Squadra Mobile di Torino, non si è risciuti a giungere in tempo alla localizzazione dell’auto da cui il passeggero scendeva dopo solo circa cinque minuti nei pressi di Piazza Eugenio Montale di Torino.
Le brevi battute pronunciate dai due hanno fatto comunque intuire che Rocco Demasi dovesse incontrare nuovamente e nel medesimo luogo il personaggio che aveva trasportato con cui aveva fissato un appuntamento per le ore 21.00 della stessa sera.
E’ stato quindi organizzato il servizio di appostamento effettuato da Investigatori della Squadra Mobile di Reggio Calabria e del Commissariato di Siderno, opportunamente coadiuvati dai poliziotti della Squadra Mobile di Torino. Alle ore 21.00 circa l’attività in corso ha consentito di accertare che Rocco Demasi, a bordo della propria autovettura Alfa Romeo 159 si recava nuovamente in Piazza Eugenio Montale, luogo in cui faceva salire a bordo l’uomo con cui aveva trascorso qualche minuto la stessa mattina.
A tal punto è scattato il blitz delle pattuglie di agenti in borghese che giunti all’altezza del civico 15 di Corso Emilia hanno “blindato” la 159 e proceduto immediatamente all’arresto del ricercato che, pur possedendo un documento di identità contraffatto ed intestato a terza persona, ha riferito immediatamente agli investigatori che stavano procedendo al suo arresto di essere Giorgio Demasi.
Significativa l’esclamazione del ricercato nell’attimo stesso in cui le autovetture civetta si affiancavano alla loro autovettura costringendoli ad arrestare la marcia, che, resosi immediatamente conto di ciò che stava accadendo proferiva testualmente: “…n’ dattaccaru…”, ossia: “ ci stanno arrestando”.
Nelle more è stato tratto ovviamente in arresto per il reato di favoreggiamento anche Rocco Demasi. Lo sviluppo delle indagini ha portato all’individuazione degli altri favoreggiatori a Torino e all’emissione del provvedimento restrittivo eseguito sabato, per il reato di concorso in favoreggiamento personale aggravato dall’art.7 del D.L. 152/91, convertito in legge nr.203/91.