Reggio Calabria. Isolati da terra, cielo e mare. Questa è la sensazione che si ha guardando il Mezzogiorno e, in particolare, la Calabria in questo fine 2011. La decisione di Alitalia di cancellare ben 52 voli dell’Aeroporto dello Stretto per Roma e Milano nel periodo dicembre-gennaio è grave e senza giustificazione ed evidenzia un atteggiamento arrogante e irresponsabile della ex compagnia di bandiera. Questa decisione, a mio avviso, rappresenta una scelta strategica della politica di Alitalia tesa ad abbandonare lo scalo reggino per infliggere un colpo definitivo alle speranze di rilancio dell’Aeroporto dello Stretto. Per questo, come sindacato, riteniamo fondamentale che Alitalia receda immediatamente dalla decisione presa e revochi immediatamente il provvedimento. E’ necessario, però, che le istituzioni calabresi, ed anche siciliane, facciano sentire la propria voce chiedendo anche al nuovo Governo un tempestivo intervento nei confronti dei vertici di Alitalia. Anche perché, bisogna dirlo con chiarezza, è possibile che una delle scelte strategiche di Alitalia sia quello di far perdere utenza allo scalo reggino per favorire l’aeroporto di Catania e per questa via dare un definitivo colpo al Tito Minniti che non può fare a meno dell’utenza messinese. La Calabria è ormai tagliata fuori. La decisione di Alitalia si inserisce nel contesto più ampio dell’isolamento della Calabria sul terreno della mobilità e del trasporto collettivo. I provvedimenti economici del 2010 e del 2011 presi dal Governo nazionale hanno parlato la lingua del drastico ridimensionamento di risorse che è stata tradotta da Trenitalia con tagli secchi al trasporto di lunga percorrenza con 21 treni tagliati. E se, solo per quanto riguarda la Calabria, i tagli dei treni provocheranno nel 2012 una diminuzione di 2 milioni circa di passeggeri dalla Calabria verso il Centro-Nord e viceversa, la cancellazione dei voli comporterà in soli due mesi la perdita di circa 15 mila passeggeri. Queste scelte evidenziano non solo un colpo mortale al diritto alla mobilità ma anche la condanna all’emarginazione sociale ed economica della Calabria, oltre a produrre una ulteriore contrazione occupazionale. Siamo, dunque, di fronte a tagli odiosi e assurdi verso cui bisogna rispondere con forza e determinazione per impedire la spoliazione di diritti e di futuro, anche da questo versante, della Calabria. Per questo, tutti i vertici istituzionali devono chiedere un urgente incontro al ministro dei Trasporti Passera perché convochi i vertici di Alitalia e Trenitalia sul “caso mobilità Calabria”. Noi, dal canto nostro, faremo la stessa cosa attraverso il sindacato nazionale e faremo diventare centrale questa questione nello sciopero generale proclamato per il prossimo 12 dicembre.
Nino Costantino – Segretario generale Filt-CGIL Calabria