Roma. La problematica relativa alla discarica di località La Zingara del Comune di Melicuccà, oggetto di numerose denunce della stampa, dei cittadini del centro della provincia di Reggio Calabria e delle associazioni impegnate sul territorio, è al centro di un’interrogazione parlamentare a risposta scritta che la deputata Maria Grazia Laganà Fortugno (Pd) ha indirizzato ai competenti organi di governo. Rivolgendosi al presidente del Consiglio, Mario Monti, e al ministro dell’Ambiente, Corrado Clini, la parlamentare ripercorre le tappe della vicenda, cominciata quando «il commissario delegato per il superamento dell’emergenza rifiuti in Calabria autorizzava la costruzione di una discarica di rifiuti solidi urbani» in quel sito. Una questione che ha registrato un’immediata e ferma presa di posizione della popolazione del luogo, con la denuncia di «presunte irregolarità sia nella scelta del sito, sia nella realizzazione della stessa» da parte «delle associazioni ambientaliste locali, del sindaco di Bagnara Calabra e da ultimo della Cgil». Della discarica, peraltro, si sono a più riprese occupati gli organi d’informazione locali e nazionali. Dai reportage giornalistici, evidenzia Maria Grazia Laganà Fortugno, «si evince che nei pressi del sito individuato per lo smaltimento dei rifiuti vi erano pozzi artesiani, poi asciugati ed interrati, riconducibili alla sottostante falda acquifera che alimenta l’acquedotto denominato “Vina”. Tale acquedotto rifornisce di acqua i Comuni di Palmi, Seminara, Melicuccà S. Anna, Taureana, parte di Gioia Tauro e parte di Rosarno. Il rischio concreto di un’eventuale contaminazione delle acque potabili – prosegue la deputata democrat – ha altresì indotto il Commissario prefettizio di Palmi ad inviare al Commissario straordinario una nota nella quale chiedeva rassicurazioni in merito». Sempre rivolgendosi al premier e al ministro dell’Ambiente, l’onorevole Laganà Fortugno sottolinea come si stiano «riscontrando, nei lavori di realizzazione della discarica, delle differenze sostanziali rispetto al progetto iniziale presentato, difformità che riguarderebbero le effettive dimensioni realizzate che vanno ben oltre quelle riportate inizialmente. Altro aspetto che desta preoccupazione è la presenza, proprio nel mezzo della discarica, di tralicci della società “Terna” di tensione nominale 380.000 volt, i cui cavi passano proprio sopra le vasche di accumulo, da dove secondo quanto in progetto dovranno essere estratti biogas facilmente infiammabili». Per questo, l’esponente calabrese del Pd chiede ai rappresentanti del governo se intendano attivarsi «affinché vi sia la massima trasparenza sia durante la finale fase realizzativa che durante la gestione della discarica in grado di rassicurare le popolazioni locali», sollecitando inoltre «verifiche periodiche, da parte dei soggetti proposti a controlli sia regionali ed eventualmente nazionali, che attestino la regolarità dei lavori e la loro conformità al progetto presentato ed alla normativa vigente». Inoltre, l’interrogazione rimarca la necessità di «approfondire le motivazioni che sono state alla base della scelta del sito, visto che proprio in prossimità di esso vi sono già altre discariche esaurite e non ancora bonificate le quali già sottopongono l’intero territorio a stress ambientali di un certo rilievo e visto che per la realizzazione di tale opera sono stati divelti storici uliveti come attestano numerose testimonianze». Infine, l’onorevole Laganà Fortugno chiede a Monti e Clini se non ritengano «utile, oltre che necessario data la presenza di numerosi impianti non a norma insistenti nel territorio calabrese e gli episodi di malagestione pubblica legata ad una forte presenza della criminalità, in fase di collaudo dello stesso, che avverrà presumibilmente nei primi mesi del prossimo anno, predisporre un’equipe di esperti terzi in grado di riscuotere la fiducia dei cittadini, da affiancare ai normali organi preposti».