Reggio Calabria. Proponiamo ai nostri lettori il “Rapporto carceri 2011” del Prof. Antonio Antonuccio, docente a contratto per l’insegnamento di Metodi e Tecniche del Servizio Sociale dell’Università degli Stranieri Dante Alighieri di Reggio Calabria, che effettua un’analisi scientifica dei dati rilevati su documenti di più enti pubblici e privati, mettendo in chiaro lo stato attuale delle carceri in Italia nell’ultimo decennio.
Inoltre, il Prof. Antonuccio mette in evidenza gli interventi che andrebbero predisposti, sia a livello strutturale che organizzativo con l’adozione di misure straordinarie sia per l’edilizia penitenziaria, che interventi sulla risorsa umana con l’assunzione di personale di polizia penitenziaria e la riduzione progressiva della popolazione carceraria con due norme di accompagnamento per “scontare presso il proprio domicilio” l’ultimo anno di pena residua (eccezion fatta per i condannati per reati gravi) – dall’altro – a consentire la messa alla prova delle persone “imputabili per reati fino a tre anni”, che avrebbero potuto svolgere lavori di pubblica utilità per riabilitarsi, con conseguente sospensione del processo;
Il criminologo mette in risalto con precisione scientifica la tragedia quotidiana determinata dall’affollamento degli istituti di detenzione, con un numero elevato dei suicidi e di morti in carcere, effetto immediato di questa condizione terribile.
Il Ministero della Giustizia – D.A.P. (Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria), al 30 novembre 2011, per rappresentare la condizione del sistema penitenziario italiano ha fornito questi dati:
istituti penitenziari: 206; detenuti presenti: 68.047; capienza regolamentare: 45.636;
detenuti in eccesso: 23.411; donne presenti: 2.909; stranieri presenti: 24.600;
detenuti in attesa di primo giudizio: 14.498; totale detenuti imputati: 28.428;
detenuti con condanna definitiva: 37.995; internati: 1.562;
detenuti usciti (al 31 ottobre 2011) ex L.199/2010 (legge “svuota carceri”): 3.991;
17 asili nido funzionanti con 53 detenute e 54 bambini (al 30 giugno 2011);
lavoravano in carcere 13.765 persone (al 30 giugno 2011);
il 20,4% della popolazione detenuta (11.508 lavoravano alle dipendenze dell’Amministrazione Penitenziaria,
2.257 per datori di lavoro esterni);
la pianta organica del Personale di Polizia Penitenziaria (D.M. 8 febbraio 2001) prevede la presenza di 45.109 unità, mentre l’attuale organico amministrato è di 39.232 unità.
Dati questi numeri, con le carceri occupate al 147% della loro capienza, ovvero con un 47% di detenuti in più, la Penisola si piazza al terzo posto in Europa per il sovraffollamento: peggio di noi solo Cipro e Bulgaria. Per chi desidera approfondire il tema proponiamo in allegato lo studio integrale (clicca qui per scaricare il rapporto).
Fabio Arichetta