Nucera (PdL): “Il declassamento dell’aeroporto di Reggio favorisce quello di Lamezia”

Reggio Calabria. “E’ un attacco a tutto campo nei confronti dello scalo aeroportuale Tito Minniti, quello che si sta consumando sotto gli occhi increduli dei calabresi. Non bastava la cancellazione di oltre cinquanta voli; ad aggravare la situazione, arriva anche una notizia sconcertante: l’ipotesi della soppressione della dogana aeroportuale con il risultato finale della penalizzazione del diritto alla mobilità dei cittadini e la paralisi delle importazioni ed esportazioni delle merci”. E’ quanto afferma il segretario-questore dell’Ufficio di Presidenza del Consiglio regionale, Giovanni Nucera (Pdl) che aggiunge: “Appare fin troppo chiaro come il ridimensionamento dello scalo reggino assuma il carattere di vera e propria spogliazione delle infrastrutture e dei servizi essenziali a danno di un territorio che ‘come il gambero’ si vede tornare indietro, subendo atti e comportamenti ingiusti e discriminatori. Ovviamente, vittime di tutto questo sono i cittadini calabresi spiazzati da decisioni che penalizzano, soprattutto, l’imprenditoria locale già alle prese con i suoi pesanti problemi. E siccome dietro ogni decisione, c’è l’altra faccia della medaglia, non può non sottolinearsi come questi comportamenti vadano a favorire altre realtà aeroportuali della regione nonostante il Tito Minniti abbia già un magazzino doganale gestito da Alitalia Cargo”. Rileva Nucera: “E se anche soppressione non dovesse essere, ma semplicemente-  per modo di dire- declassamento, si registrerà comunque un crollo verticale del trasporto merci con l’immediata chiusura delle aziende di import-export e l’inevitabile perdita di posti di lavoro. S’aprirebbe, così, una nuova falla nel già difficilissimo nostro tessuto economico con uno scenario che, giorno dopo giorno, si va delineando sempre più chiaro: ovvero, la chiusura dello scalo. Fatto, ovviamente, inaccettabile sul quale terremo alta l’attenzione nella consapevolezza che sarà necessario attivare ogni strumento utile a scongiurare il declino di una infrastruttura che pure ambiva a servire tutta l’area dello Stretto”.

 

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