Motta San Giovanni (Reggio Calabria). Il Tribunale della Libertà di Reggio Calabria, presieduto dal Dott. Filippo Leonardo, accogliendo l’istanza di riesame presentata dagli avv.ti Marco Tullio Martino e Vincenzo Nico D’Ascola, ha annullato il provvedimento di sequestro che era stato disposto il 5 dicembre scorso dal Gip di Reggio Calabria, e con il quale erano stati posti i sigilli, oggi rimossi, all’impianto di compostaggio sito in località Comunia di Lazzaro (Motta San Giovanni). Il Tribunale ha così disposto l’immediato dissequestro e restituzione dell’intero impianto di lavorazione con conseguente riavvio alla produzione, sia della società “ECOSERVICE Srl”, amministrata da Polimeni Demetrio, sia della “TAURUS Srl”, amministrata da Benedetto Lidia Maria. Il sequestro oggi annullato richiesto dal Pubblico Ministero e convalidato dal Gip, era scauturito da una informativa del Corpo Forestale dello Stato nella quale si dava atto, senza peraltro alcun tipo di campionamento o analisi, di un pericoloso sversamento di “rifiuti”, operato – a dire dell’accusa – da parte dei responsabili delle succitate dite, nelle scarpate adiacenti l’impianto. Orbene tali affermazioni, confluite poi nei provvedimenti della autorità giudiziaria procedente, gli avvocati Martino e D’ascola hanno invero dimostrato come fossero assolutamente destituite da ogni fondamento logico giuridico, viziate da palese travisamento dei fatti, nonché smentite dalle puntualissime perizie allegate, che, formulate da illustri esperti quali ingegneri ambientali, agronomi, geologi, e periti industriali, hanno tutte affermato e confermato, come nessun tipo di danno ambientale o inquinamento potesse scaturire dall’utilizzo sul terreno di privata proprietà (e non sversamento nella scarpata) dell’Ammendante Compostato Misto prodotto ed utilizzato dalle società oggi dissequestrate. Tale materiale al contrario, hanno periziato gli esperti ed evidenziato i penalisti della difesa, ha solo quel naturale effetto benefico, fertilizzante e compattatore del terreno su cui poggia, che gli è proprio e che è unanimemente riconosciuto da tutta la letteratura scientifica sul punto, tanto da essere oggi dalla ditta stessa commercializzato in tutta Italia, ed ovunque utilizzato proprio per migliorare e stabilizzare la struttura fisica dei terreni, ed arricchire il suolo di elementi nutrienti, creando le condizioni ottimali per lo sviluppo della vegetazione. L’avv. Martino, inoltre, con imponente fascicolo fotografico, ha dimostrato come utilizzando macchinari dotati della più alta ed innovativa tecnologia tedesca, l’impianto producesse un prodotto finale sempre vicino alla perfezione, tanto da ricevere l’impianto stesso, unico in Calabria conferimenti per la lavorazione dei fanghi da tutta la Regione e non solo. Inoltre si è dimostrato come, proprio all’interno dell’impianto di cui trattasi, utilizzando l’ottimo Ammendante Compostato Misto prodotto dalla stessa azienda, la ditta avesse coltivato circa un centinaio di alberi di ulivo, oltre che palme, eucalipti, oleandri, mandorli e piante ornamentali di ogni genere e tipo. I consulenti dell’ASP, inoltre e lo stesso consulente del Pubblico Ministero, avevano inoltre accertato l’inesistenza di cattivi odori o malfunzionamento dell’impianto stesso, che anzi, a dire dello stessa consulenza del pm prodotta al Tribunale del riesame dalla difesa del Polimeni, si presentava in ottime condizioni senza alcun pericolo per la salute o l’ambiente circostante. Gli avv.ti D’ascola e Martino infine, nel sostenere la decisiva utilizzabilità delle loro allegazioni difensive hanno richiamato la recente giurisprudenza della Suprema Corte di Cassazione formatasi in punto sequestri reali secondo la quale il Tribunale del Riesame, nel verificare i presupposti per l’adozione di una misura cautelare reale, non può avere riguardo alla sola astratta configurabilità del reato ossia al fumus commissi delicti, ma deve valutare, in modo puntuale e coerente, tutte le risultanze processuali, e quindi non solo gli elementi probatori offerti dalla pubblica accusa, ma anche le confutazioni e gli elementi offerti dagli indagati e dalle loro difese che possano avere influenza sulla configurabilità e sulla sussistenza del “fumus” del reato contestato. Il Tribunale ha così disposto l’annullamento del sequestro e l’immediata restituzione dell’intera area e degli impianti agli aventi diritto.
Milano. Carabinieri arrestano per rapina 3 centroafricani alla Stazione Centrale
Milano - I Carabinieri, impegnati nei servizi straordinari disposti dal Governo per la sicurezza della Stazione Centrale, questa mattina hanno...
Read more