Reggio Calabria. Nella propria sede di Reggio Calabria, il coordinamento nazionale antimafia Riferimenti ha convocato stamane una conferenza stampa per denunciare la gestione dei beni confiscati. La presidente Adriana Musella ha evidenziato come non ci sia un criterio obiettivo nell’assegnazione dei beni ma piuttosto la metodologia delle logiche clientelari.
Riferimenti denuncia il mancato controllo nella gestione da parte degli Enti locali che per legge avrebbero l’obbligo di assicurarsi che ibeni siano realmente usufruiti per loscopo richiesto non solo ma anche avendo cura della loro conservazione e manutenzione.
Adriana Musella ha fatto l’esempio del sindaco di Limbadi, in provincia di Vibo Valentia, denunciato per mancato controllo e conservazione degli immobili confiscati alla cosca Mancuso.
Questo pare non succeda a Reggio Calabria, dove un locale assegnato alla Croce Rossa Italiana si sta marcendo deteriorato dalla muffa e dall’umidità, non solo per mancato uso e frequentazione ma per incuria dell’Amministrazione comunale.
Lo stesso locale era stato richiesto da Riferimenti per farne un laboratorio permanente per gli studenti della città, essendo separato dalla sede dell’associazione solo da una scala interna, ed essendo in precedenza un unico stabile.
Riferimenti ha denunciato e fatto notare ai giornalisti anche la presenza di amianto sul tetto dei propri locali, beni confiscati alla famiglia Logiudice. Le denunce fatte oggi in conferenza stampa sono state documentate da note scritte con cui l’associazione da ben tre anni, a tre amministrazioni diverse, ha posto e segnalato il problema, portato anche a conoscenza dell’agenzia dei beni confiscati. Lo stesso prefetto Morcone, commissario dell’agenzia, aveva effettuato un sopralluogo in loco nel 2010, trovando la porta della Croce Rossa Italiana invasa da spazzatura a mo’ di discarica.
“L’antimafia non puo’ essere un business” ha concluso Musella. Purtroppo lo è diventato per alcuni e questo non possiamo permetterlo”.
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