Reggio Calabria. Per aver svolto da esperta negli anni una battaglia convinta e argomentata contro tutte le leggi che di fatto aumentano il consumo di suolo e la cubatura del costruito, in occasione dei lavori della IV commissione che hanno deliberato su “Modifiche ed integrazioni alla Legge regionale 11 agosto 2010, n. 21, nonché disposizioni regionali in attuazione del Decreto Legge 13 maggio 2011 n. 70 convertito, con modificazioni, dalla Legge 12 luglio 2011, n. 106”, chiamato Piano Casa, ho affidato ai consiglieri regionali on. Mario Franchino e Demetrio Battaglia del Partito Democratico “le ragioni del no”, per motivare una decisa opposizione a questo ennesimo atto demagogico e pericoloso della Regione Calabria. In Calabria dove la perdita dei valori territoriali, paesaggistici ed ambientali, si è trasformata in emergenza con il rischio di dissesto idrogeologico, mai affrontato con serietà nelle misure di prevenzione e dove si registra la perdita dei valori per le nostre città, fiumare e coste, parlare ancora di Piano Casa, ritengo sia da irresponsabili. Di seguito le osservazioni prodotte nel documento di indirizzo tecnico-politico che ne spiega le ragioni, un secco No che credo debba coinvolgere gli operatori del settore, ma ancora di più l’opinione pubblica ed ogni singolo cittadino a difesa dei diritti sui beni comuni, che sono le nostre risorse naturali.
Osservazioni di ordine generale, a carattere nazionale:
1. Il Piano Casa (primo 2009) è risultato essere un fallimento per l’incapacità di applicazione, nei tempi e nelle procedure da parte dei comuni con riferimento alle Leggi Regionali
2. Di fatto nella sostanza, dal mondo dell’associazionismo, della politica e degli enti che lavorano per la salvaguardia del territorio, il Piano Casa come previsto nelle sue emanazioni dal 2009 in poi, è risultato essere uno strumento di Super Regolamento (super condono programmato) in deroga a qualsiasi piano di tutela e pianificazione del territorio, incline all’obiettivo dell’aumento di cubatura edilizia e dell’ulteriore occupazione del suolo (cementificazione), a fronte di dati che rilevano la saturazione del territorio nazionale sul costruito. In particolarela Calabria, è seconda solo alla Liguria per perdita di territorio permeabile, per l’ipercostruzione di residenziale e non degli ultimi 10 anni. La Calabria e la Liguria sono le regioni del dissesto idrogeologico per eccellenza.
3. Non ha risposto alle motivazioni con cui era nato: di agevolare il settore produttivo delle imprese nella ripresa economica, visto che:
– l’applicazione della Legge si riferiva alla capacità del privato di spendere economie proprie per la riqualificazione edilizia con possibilità di variazione ed aumento di volume, previa messa a norma secondo rif.normativa energetica e sismica, ciò che di fatto comporta impegni onerosi di spesa;
– l’applicazione della legge riferita a comparti di riqualificazione di aree urbane degradate con la possibilità di sostituzione edilizia, a scopo di edilizia sociale, di fatto non ha incontrato la disponibilità finanziaria degli enti di riferimento per gli investimenti
4. In tutte le emanazioni regionali il Piano Casa si è scontrato con l’incompatibilità di altri strumenti attuativi sottordinati o sovraordinati (piani comunali, piani provinciali, urbanistica regionale), della loro attualità, perché seppure prevista la deroga, di fatti nella possibilità di ampliamenti e demolizioni e ricostruzioni si rifaceva agli indici di riferimento (volumi, vani liberi, spessori etc), ciò ha creato regimi di incertezze nell’applicazione della norma
5. Lo strumento della SCIA di contemporanea emanazione, non ancora adeguatamente applicato, ha trovato ostacoli nelle procedure a carico degli uffici tecnici dei comuni
6. La disponibilità dei finanziamenti disponibili è stata trasferita con ritardo e spesso è stata non utilizzata a causa degli iter burocratici delle leggi a dir poco “convulsi”
Osservazioni di ordine specifico riferite alla Regione Calabria
1. La Regione Calabria ha un deficit di pianificazione ormai ventennale, ma un’emergenza territoriale in termini di dissesto idrogeologico e fragilità sismica che, anche dopo l’approvazione delle recenti e collegate leggi in materia, ha la necessità di confrontarsi sul territorio con l’applicazione riferita ai piani strutturali comunali ed ai piani di coordinamento provinciale, il Piano Casa, aldilà di rispondere alla vera necessità di un Piano di edilizia sociale necessario, declina sui caratteri dell’aumento di cubatura e di edificazione. In particolare con la modifica alla precedente legge del 2010, la proposta della IV commissione amplia il settore di applicazione anche al “non residenziale” e quindi manda in deroga qualsiasi livello di pianificazione riferita. Ciò è estremamente pericoloso per le emergenze emerse, ma anche per lo stato di evoluzione della pianificazione a carattere territoriale che necessita di essere agevolata, conclusa ed applicata, prima che derogata da altre norme.
2. La Regione Calabria, ha avuto impugnata dalla Corte Costituzionale il Piano Casa 2010, a causa della carenza di Regolamenti attuativi e quindi dell’impossibilità di azione della norma approvata. In particolare con la modifica alla precedente legge del 2010, nell’articolato si fornisce ampio spazio all’ottemperanza delle norme collegate e riferite alla sicurezza sismica ed all’efficienza energetica (di cui si interpretano erroneamente dei rif.), ma non si riferisce in termini di strumenti attuativi operativi utili a regolamentare le procedure, visto che anche per riferirsi alle nominate norme collegate, occorre che comuni e province abbiano adottato completamente tutte le procedure per i Dlgs vigenti. Non si annulla quindi il rischio della carenza normativa già riferita al 2010.
3. La Regione Calabria, ha in corso la modifica della Legge Urbanistica (e strumenti attuativi), ha procedure di PSC avviate a livello comunale che già devono adeguarsi ai livelli successivi, necessità di aggiornare i Regolamenti Edilizi, senza i quali nemmeno i Dlgs vigenti (sismica e efficienza energetica) possono trovare riscontro…. In particolare come la modifica alla precedente legge del 2010, può avere un testo riferito a standard non ancor applicati?
In definitiva, anzichè il Piano Casa, ormai di scarsa efficacia, si propone come imprescindibile un’attività di pianificazione programmata sul territorio che non si riferisca ad approvazioni di norma che abroga o che deroga a ciò di cui il territorio necessità con priorità. Occorre, con osservanza dei tempi e della successione nelle emanazione delle norme sul governo del territorio così procedere per ordine:
– Approvazione e definizione di tutti gli strumenti di indirizzo politico e tecnico della Legge Urbanistica della Calabria, per liberare la successiva pianificazione a scala comunale (PSC, Regolamenti Edilizi); ottemperanza ai Dlgs a caratteri nazionale collegati.
– Congruità e riferimento con i documenti di indirizzo di pianificazione provinciale (PTCP), con la compatibilità con scelte di indirizzo sovraordinate come il QTR (ancora in progress)
– Approvazione e regolamentazione (con gli strumenti operativi) della recente legge “Norme sull’abitare sostenibile, con l’abrogazione dell’art.8/bis, come richiesto per impugnazione dalla Corte Costituzionale
– Necessità di documento di indirizzo per ottemperare alla Normativa naz.le vigente sullo smaltimento dei rifiuti da D&C (demolizione e costruzione), che si coniughi con la necessità della salvaguardia e sicurezza del territorio, per la quantità e la qualità dei materiali da rifiuto – fine ciclo di vita- (discariche e dissesti)
– Necessità di individuare norme finanziarie di sostegno all’attuazione degli strumenti per l’applicazione della norma e definizione di clausole valutative che impongano all’assemblea regionale di valutare l’efficacia degli strumenti e la loro verifica negli anni.
– Possibilità di utilizzare eventuali fondi riferibili al trasferimento per i Piani Casa per un piano per l’edilizia sociale a costo agevolato, di nuova costruzione o di agevolazioni sull’acquisto per categorie sociali individuate
Consuelo Nava, docente esperta in progettazione sostenibile