Reggio Calabria. Si presume che le aziende a partecipazione statale siano nate per creare occupazione e per contribuire in maniera determinante allo sviluppo economico di un Paese. Si presume, perché in questa Italia non è più così. In Italia le aziende a partecipazione statale succhiano soldi ai contribuenti solo per rimpinguare i conti correnti di dirigenti che non sanno fare altro che chiudere gruppi aziendali. E sono anche premiati per tale impegno, si veda il caso dell’ex amministratore delegato di Finmeccanica, Pierfrancesco Guarguaglini, il quale, nonostante abbia coinvolto il maggiore gruppo metalmeccanico italiano in un vortice di scandali in tutto il mondo tanto da fare crollare il titolo in Borsa in maniera costante, è stato “liquidato” con ben 5milioni di euro. A lui, alla veneranda età di 71 anni, 5 milioni di euro, ai dipendenti dell’AnsaldoBreda, società Finmeccanica, invece la soluzione di una crisi creata da scelte manageriali scellerate è il taglio del personale. Le indiscrezioni del tavolo di trattative ieri a Roma fra sindacati e management infatti parlano così: 584 esuberi, lavoratori interinali a casa a scadenza di contratto, taglio totale del decentrato (circa altri 600 dipendenti), chiusura dello stabilimento di Palermo se non si efficienta entro 6 mesi. Questo sarebbe il piano, spalmato su tutti e quattro i suoi stabilimenti (Palermo, Reggio Calabria, Napoli, Pistoia) proposto dal management AnsaldoBreda per risanare in soli sei mesi l’azienda. Inevitabile la rottura del tavolo con i sindacati e superfluo ogni commento. Nella totale indifferenza della politica è da tre o quattro anni, abbiamo perso ormai il conto, che la Fiamma Tricolore lancia i suoi accorati quanto disattesi appelli. AnsaldoBreda a Reggio Calabria significa OMECA, AnsaldoBreda a Reggio Calabria significa circa 600 dipendenti e rispettive famiglie, AnsaldoBreda a Reggio Calabria significa il cuore produttivo ed occupazionale di un’intera città. Una città sempre più povera economicamente e socialmente che non può permettersi l’ennesima mortificazione, forse la più fatale. C’è poco da commentare o da valutare, oggi una città intera deve sentirsi coinvolta per difendere il suo unico presidio produttivo. Oggi un’intera città, non appena i lavoratori si saranno organizzati nella loro sacrosanta lotta per difendere il posto di lavoro, dovrà scendere unita e solidale in piazza. Tutti!!! Studenti, lavoratori, precari, disoccupati, tutti noi reggini in piazza per riprenderci la nostra dignità di esseri umani, di persone e di cittadini!!! Una classe dirigente di incompetenti ad ogni ordine e grado di governo ci sta riducendo alla fame e noi popolo non possiamo più consentirlo!!! Questa non è l’Italia che amiamo!
Giuseppe Minnella – Segretario Provinciale Fiamma Reggio Calabria