Cosenza. Sanità, le sigle sindacali denunciano ritardi e incoerenze negli atti del Piano di rientro

Cosenza. Le organizzazioni sindacali Cgil, Cisl, Uil, Confederali e Funzione Pubblica, riunitesi nella sede dell’Ust Cisl in via Caloprese a Cosenza, contestano il percorso degli atti di applicazione del Piano di rientro dal debito in sanità della Regione Calabria e ne denunciano ritardi e incoerenze che, se non corretti, costituiranno le premesse di inefficienze e sprechi futuri, nonché di un servizio sanitario regionale peggiore. L’Asp di Cosenza ha proposto un atto aziendale che alloca i posti letto negli spoke di pertinenza senza tenere conto delle popolazioni servite e dei volumi prestazionali forniti dagli attuali ospedali.
Il commissariato regionale ad acta ha disatteso l’impegno assunto col sindacato di avviare la concertazione di merito nelle Asp emanando il decreto 106/11, peraltro incoerente rispetto al proposto atto aziendale, ulteriormente penalizzante nella distribuzione dei posti letto per acuti.
A dimostrazione di quanto sopra si riportano le tabelle estrapolate dai due provvedimenti:
Atto Aziendale:

abitanti PL x 1000 PL acuti x 1000 PL postac x 1000
Area nord – Prov. CS 733508 2419 3,29 1767 2,40 652 0,88
Ex AS n.1 – Pollino 139223 552 3,96 392 2,81 160 1,14
Ex AS n.2 – Paola 103709 294 2,83 230 2,21 64 0,61
Ex AS n.3 – Rossano 177738 325 1,82 285 1,60 40 0,22
Ex AS n.4 – Cosenza 314838 1248 3,96 821 2,60 388 1,23

 

Decreto 106/11:

abitanti PL x 1000 PL acuti x 1000 PL postac x 1000
Area nord – Prov. CS 733508 2256 3,07 1748 2,38 508 0,69
Ex AS n.1 – Pollino 139223 517 3,71 397 2,85 120 0,86
Ex AS n.2 – Paola 103709 223 2,15 223 2,15 0 0
Ex AS n.3 – Rossano 177738 255 1,43 255 1,43 0 0
Ex AS n.4 – Cosenza 314838 1261 4,00 865 2,74 388 1,23

 

È evidente lo squilibrio nell’assegnazione a favore delle aree del Tirreno e di Cosenza rispetto a quelle del Pollino e soprattutto della Sibaritide, in ragione della spedalità privata, che si somma alla pubblica e che è presente solo negli ambiti territoriali tirrenico e cosentino.
Il quadro di incertezza è aggravato anche dalla non chiarezza sull’Ospedale di Rogliano, la cui collocazione si fa attendere viste le continue indecisioni dei dirigenti Asp e Azienda Ospedaliera.
In questo solco si aggiunge la Delibera 4100/11 dell’Asp di Cosenza per la riconversione in Case della salute degli Ospedali di Trebisacce, Cariati e Praia a Mare, perseverante nel tenere ancora dentro queste strutture territoriali funzioni di ricovero per acuti e di pronto soccorso prettamente ospedaliere.
Anche per quanto riguarda l’allocazione, la distribuzione e la definizione delle Unità Operative, pur con alcuni tentativi di correzione rispetto al decreto 18/10 e valorizzazione dell’esistente, non può sfuggire che non si tiene conto dei volumi di attività realmente prestati e in alcuni casi si arriva a una sospetta discrezionalità.
Con queste premesse diventa difficile se non impossibile discutere e formulare la dotazione organica dell’Asp di Cosenza. Peraltro il tavolo tecnico tra azienda e sindacati di categoria non si è mai riunito dalla data della sua costituzione né potrà concretamente operare in assenza di riferimenti certi.
Ancora più caotica è la definizione degli organici territoriali non avendo l’Azienda definito in maniera formale i Distretti (il proposto Atto Aziendale non è ancora approvato dalla Regione Calabria) e non individuando alcun parametro di guida delle strutture sul territorio, che per il sindacato non possono che essere la popolazione servita, la tipologia della stessa (anziani, disabili etc.) e i volumi prestazionali.
La definizione precisa della dotazione organica è essenziale prima di tutto ai fini della qualità del servizio ai cittadini e ancora per l’esercizio delle mansioni dei lavoratori della sanità nel godimento dei diritti e nel rispetto delle normative contrattuali.
Senza questo strumento non è possibile la definizione degli esuberi, l’applicazione corretta e trasparente della mobilità, sanare l’enorme e tuttavia indispensabile precariato e avviare il reclutamento delle professionalità carenti.
La discrezionalità degli atti, la lentezza e la contraddizione fra gli stessi stanno creando fra le popolazioni e i lavoratori della sanità disorientamento e false aspettative che spesso demagogicamente e/o opportunisticamente vengono coltivate, mentre il servizio sanitario regionale continua a peggiorare.
Peraltro la direzione dell’Asp di Cosenza è ancora incompleta, non essendo stati ancora nominati il direttore sanitario e il direttore amministrativo aziendali.
Quasi quotidiane indiscrezioni giornalistiche notiziano di delibere pronte nel cassetto, di nomi papabili, di protettorati politici sponsorizzanti e rivendicanti lotti di potere.
Poiché a norma di legge (dlgs n.229/99, art.3 c.1 quinquies) è prerogativa esclusiva del direttore generale nominare le figure di cui sopra, il dott. Gianfranco Scarpelli nomini subito i direttori amministrativi e sanitario, utilizzando unicamente il criterio della competenza.
I cittadini, sempre più sfiduciati e vessati dalla lunghezza delle liste di attesa, devono ricorrere al privato pagando di tasca propria ed emigrare fuori regione per farsi curare altrove. Riguardo i presunti troppi ricoveri inappropriati che si registrano ancora negli ospedali la criticità si allieverebbe con l’assistenza domiciliare integrata, con la tempistica dei provvedimenti per l’abbattimento delle liste d’attesa, e rendendo funzionale il centro unico di prenotazione in grado di collegarsi con tutta la rete degli ambulatori, degli ospedali e dei medici di famiglia.
Cgil, Cisl, Uil non possono tollerare silenti questo stato di cose e chiedono l’avvio immediato di un confronto serio, in mancanza del quale saranno costrette a mobilitare cittadini e lavoratori della sanità in difesa dei propri diritti.

Cgil
Cisl
Uil

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