Prima nasconde una microspia nelle mutandine del figlio per controllare la moglie, poi la fa pedinare: arrestato per stalking

Reggio Calabria. Venerdì scorso i Carabinieri della Stazione Rione Modena, diretta dal maresciallo capo Andrea Levi con il coordinamento del capitano Nicola De Tullio, hanno eseguito un’ordinanza di custodia cautelare in carcere, arrestando un uomo di 46 anni, F.P., per atti persecutori nei confronti della moglie, dalla quale era separato. L’uomo era già agli arresti domiciliari, presso la comunità Ganimede di Pellaro per reati inerenti gli stupefacenti. Dalla comunità, però, il tarlo della gelosia lo aveva portato a convincere il figlioletto, di appena 12 anni, che abitualmente dorme insieme alla mamma, a nascondere una microspia nelle mutandine. Un piccolo segreto tra papà e figlio di cui la mamma doveva essere tenuta all’oscuro. Era un apparecchio dotato di sim, grazie al quale l’uomo poteva ascoltare tutte le conversazioni che la donna aveva quando era a letto con il figlioletto. L’uomo pensava così di poter ascoltare non solo i discorsi tra madre e figlio, ma anche eventuali telefonate che la donna riceveva o effettuava in camera da letto. La donna, accortasi dell’apparecchio nascosto nella biancheria intima del figlio, si è rivolta ai Carabinieri, e l’uomo è stato arrestato per stalking e ammesso ai domiciliari, sempre nella stessa comunità di Pellaro. Non contento, però, il marito ha assoldato due persone per pedinare la donna e seguirne ogni spostamento. Anche in questo caso, però, la donna ha notato le presenze ingombranti sulle proprie orme per strada, ed ha avvertito i Carabinieri della Stazione Modena, che sono intervenuti immediatamente identificando i due soggetti, i quali hanno confermato di essere stati “ingaggiati” dall’uomo per seguire gli spostamenti della moglie. Di qui una nuova denuncia all’autorità giudiziaria, che questa volta ha emesso un’ordinanza di custodia cautelare in carcere per l’uomo.

Fabio Papalia

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