Cosenza. “Bene ha fatto il governo Monti – ha detto Bianca Rende (Coordinatrice regionale della federazione MPA-AD) – a passare dal dire al fare e semplificare o annullare le procedure burocratiche che ritardano lo sviluppo e i servizi pubblici resi ai cittadini.
Fra le nuove misure, tuttavia, c’è quella di limitare il ricorso alla Social card ai comuni superiori a 250 mila abitanti, che la gestiranno direttamente. Peccato che la Regione più povera d’Italia, la Calabria, non abbia città così popolose e quindi resterebbe fuori dal primo provvedimento del nuovo welfare. Analoga attenzione richiede, da parte dei nostri parlamentari quando dovranno approvarlo, l’abolizione del valore legale della laurea che introduce, di fatto, una graduatoria degli atenei territoriali, in base al rating che sarà stilato da un’apposita Agenzia di valutazione.
Il rischio, infatti, è che gli atenei meridionali risultino svantaggiati da questo provvedimento per una serie di differenze oggettive, strutturali, che li caratterizzano, quali ad esempio: i minori apporti finanziari locali e la minore attrattività verso esponenti di spicco della comunità scientifica nazionale e internazionale. Onde evitare che l’innovazione renda desueti gli atenei in questione e costringa le famiglie meridionali a una nuova, forzata, emigrazione dei propri figli o, peggio ancora, alla rinuncia a un titolo che ha costituto l’unica forma di avanzamento sociale di intere generazioni prima escluse, sarebbe opportuno predisporre un piano di sostegno transitorio, magari triennale, che spinga gli atenei più a rischio verso misure di efficienza e maggiore competitività prima che si abbatta su di loro la scure del possibile declassamento”.
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