Il gip presso il Tribunale di Santa Maria Capua Vetere, Giovanni Caparco, ha archiviato l’indagine sugli investigatori reggini, l’ormai ex capo della Squadra Mobile Renato Cortese (che assumerà un prestigioso incarico allo Sco di Roma) e il capo del Ros dei Carabinieri tenente colonnello Stefano Russo. L’indagine era stata aperta a seguito di una lettera del capitano dei carabinieri, detenuto, Spataro Tracuzzi, il quale accusava i due investigatori di avergli fatto pressioni durante un interrogatorio per accusare magistrati reggini. Ebbene il gip, condividendo le conclusioni cui è giunto anche il pm, ha deciso di archiviare il caso in qunto il colloquio investigativo avvenuto il 28 giugno 2011 “si svolse non solo all’esito di una regolare delega ed autorizzazione, ma fu anche scevro da indebite pressioni da parte degli investigatori affinché lo stesso detenuto procedesse ad effettuare dichiarazioni calunniose in danno di chicchessia”.
“Invero – scrive ancora il gip nel decreto di archiviazione – soprattutto le dichiarazioni rese dallo stesso Spadaro Tracuzzi e dall’avv. Anna Maria Albanese lasciano emergere come nel caso di specie si sia innescato quello che lo stesso Pm ha emblematicamente indicato come un “meccanismo interpretativo” dei fatti, il quale ha fatto sì che si paventasse la possibile esistenza di pressioni degli investigatori in danno dello Spataro Tracuzzi affinché rendesse false dichiarazioni a carico di altri soggetti, il tutto con estrema verosimiglianza scaturito anche dallo stato di prostrazione in cui versava lo stesso Spataro Tracuzzi a causa del suo stato di detenzione”.
“Ed è in verità – prosegue il gip – lo stesso Spataro Tracuzzi che nel corso del suo interrogatorio del 23 agosto 2011 chiarisce e spiega quanto effettivamente accaduto “mi si chiese di riferire dei rapporti tra Luciano Lo Giudice con appartenenti alle istituzioni… io mi sono aggrappato alle loro parole perché poteva essere una soluzione ai miei problemi… in quella occasione subito riferii di poter dire cose sul dott. Cisterna, sul dott. Mollace e sul dott. Neri… perché era la notizia del momento, avendo appreso alla televisione la circostanza secondo cui alcuni magistrati erano indagati… loro mi dicevano di dire la verità e che ne avrei tratto dei benefici di legge… anche se non potevano indicare quali e i magistrati ne avrebbero tenuto conto sicuramente… mi fu detto di dire solo ciò che effettivamente sapevo, anche se solo da relato… io ero preso da sconforto, ricordo di aver pianto… vedevo in loro un’ancora di salvezza.. mi hanno trattato con dignità e rispetto”.
Fabio Papalia
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