Reggio Calabria. Un incendio le cui cause sono ancora in corso d’accertamento è divampato questa notte, intorno alle ore 22.30, in un deposito affittato dalla società Medinex, di forniture sanitarie, al piano terra di uno stabile ubicato in via Spirito Santo al civico 293. A dare l’allarme alla sala operativa dei vigili del fuoco è stato un inquilino del quinto piano, il quale ha udito uno scoppio, forse causato da qualcosa all’interno del deposito esplosa per il calore sprigionato dall’incendio, e si è affacciato dal balcone notando il fumo che fuoriusciva dalle saracinesche al pian terreno. Nel deposito, che nel retro è unito dall’interno in un unico locale, conteneva automezzi e materiale e macchinari vari della società Medinex, di proprietà di quel Pasquale Rappoccio arrestato mesi fa dai Carabinieri nell’operazione Reggio Nord. I vigili del fuoco, intervenuti con diverse squadre al comando dell’ispettore Arena, del capo sezione Filippo Leonardo e del caposquadra Giuseppe Valeriani, hanno fatto evacuare per precauzione tutti gli abitanti dello stabile, con il fumo che ha letteralmente avvolto il palazzo. Una volta domato il fuoco sono iniziati i rilievi per determinare le cause dell’incendio. Di certo quando sono intervenuti i vigili del fuoco non hanno notato segni di effrazione alle saracinesche poste sul lato anteriore del palazzo, tanto che hanno dovuto usare la sega circolare per aprire un varco tra le lamiere. Sul posto sono intervenuti gli agenti di alcune pattuglie della Squadra Volante dell’Ufficio prevenzione generale e soccorso pubblico, diretto dal vice questore aggiunto Giuseppe Pizzonia, coordinati sul posto dal vice dirigente, il commissario capo Giuseppe Giliberti. La moglie di Rappoccio, accorsa con la figlia sul luogo, è stata sentita dagli investigatori della Squadra Mobile. Per i rilievi sono intervenuti anche gli specialisti del Gabinetto regionale di polizia scientifica, diretto dal vice questore aggiunto Diego Trotta.
Fabio Papalia
