Crotone. Pierpaolo Bruni, sostituto procuratore della Direzione distrettuale antimafia di Catanzaro, ha richiesto la condanna di quattordici persone che siedono sul banco degli imputati nel processo “Pandora” che vede alla sbarra presunti affiliati ai clan della ‘ndrangheta di Isola Capo Rizzuto. Le pene richieste variano dai 18 ai 22 anni di reclusione. I reati contestati a vario titolo nel processo, che si sta celebrando presso il Tribunale di Crotone, vanno dall’associazione a delinquere di stampo mafioso alle estorsioni, passando per il traffico di armi e sostenze stupefacenti. La pena più elevata, a 18 anni di reclusione, è stata richiesta nei confronti del 23enne Nicola Lentini e del 36enne Luigi Manfredi; 16 anni di reclusione sono stati richiesti dal pm Bruni per il 33enne Pasquale Manfredi, per il 60enne Tommaso Manfredi e per il 50enne Carmine Vittimberga; 12 anni di reclusione è quanto è stato chiesto per Fedele Martino; 8 anni di reclusione per il 53enne Giuseppe Fazio, per il 46enne Paolo Lentini e per il 53enne Franco Pugliese (53); 6 anni di reclusione per il 41enne Carmelo La Porta e per il 32enne Federico Periti; 3 anni per la 50enne Graziella Manfredi; 2 anni per la 27enne Doriana Pugliese e per il 22enne Mirko Pugliese. Il rappresentante della pubblica accusa nel processo derivante dall’operazione “Pandora ha, invece, richiesto che il collaboratore di giustizia Angelo Salvatore Cortese sia assolto. I legali che difendono gli interessi delle parti civili costituitesi nel processo, l’associazione Sos Impresa ed il Comune di Isola Capo Rizzuto, hanno condiviso le richieste formulate dal sostituto procuratore. L’Amministrazione Comunale guidata dal sindaco Carolina Girasole ha formulato un’istanza tesa ad ottenere un risarcimento danni pari a 5 milioni di euro a tutela dell’immagine deturpata dalla presenza sul territorio dei clan della ‘ndrangheta.