Reggio Calabria. Si è tenuto ieri pomeriggio, nel Salone della chiesa di san Giorgio al Corso, organizzato dal Centro Internazionale Scrittori della Calabria, la “lectio magistralis” su “Abramo il padre dei credenti” con il prof. Giuseppe Palamara, diacono studioso di Sacre scritture.
Palamara, ha iniziato partendo dalla “Bere’shit” (Genesi che significa “il principio” e che gli ebrei intitolano al primo libro della Bibbia) e in particolare il Pentateuco o Tòrah, cioè della prima grande rivelazione di Dio. Dopo aver accennato al duplice racconto della creazione, il relatore è entrato nel vivo del tema del convegno tracciando i punti salienti sulla figura di Abramo. Dopo la separazione di Lot, il Signore assegna ad Abramo e alla sua discendenza la “terra promessa”. La moglie Sara (che nella lingua ebraica significa principessa), essendo sterile e in virtù della legge mesopotanica che sanciva che in presenza della moglie sterile l’uomo poteva accoppiarsi con un’altra donna per avere figli e continuare la sua discendenza, permise che Abramo si accoppiasse con la sua serva egiziana Agar, dalla quale nacque Ismaele. Dopo la nascita di Ismaele, Sara per volere del Signore seppure in età avanzata restò incinta ed ebbe due figli Isacco e Giacobbe. Dopo la nascita di Isacco, impose ad Abramo di mandare via dalla loro tribù la serva Agar con il figlio Ismaele, cosa che Abramo accettò dotandoli di un gregge e separandoli tra loro (la contrapposizione tra Palestinesi discendenti di Ismaele ed Ebrei discendenti da Isacco, iniziò da quella divisione e ancora oggi non si riesce a eliminarla e far convivere questi due popoli in pace).
Alla relazione di Palamara è seguito un intervento di Salvatore Saffioti che ha anche fornito una serie di foto di dipinti di famosi artisti che hanno per oggetto gli eventi biblici di quell’epoca.
E’ encomiabile l’impegno di divulgazione culturale del Centro Internazionale Scrittori della Calabria e del suo presidente Loreley Rosita Borruto.
Domenico Cambareri