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Home Reggio Calabria Provincia

Raschillà (Jineca): “Ci vediamo lunedì, piccola, rocciosa Annamaria Scarfò”

by nim
25 Febbraio 2012
in Provincia
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Cinquefrondi (Reggio Calabria). Tribunale di Cinquefrondi, lunedì 20 febbraio 2012, è convocata un’ udienza durante la quale dovranno essere giudicate 16 persone che, in “concorso tra loro e perseguendo con azioni esecutive un medesimo disegno criminoso”, hanno arrecato “danno grave ed ingiusto..”, offeso “l’onore ed il decoro delle persone offese”, e con “condotte persecutorie … in quanto ripetute e costanti nel tempo arrecano molestie alle persone offese” ossia Scarfò Anna Maria e Scarfò Concetta rispettivamente di  25 e 23. anni. I reati sono stati commessi a San Martino di Taurianova fino al novembre 2008 “con condotta perdurante”. La storia di Anna Maria è nota: violentata per la prima volta all’età di 13 anni e poi ancora nei tempi successivi fino al 2003 da 12 soggetti diversi: tutti “compaesani”; nel 2003 decide di denunciare i suoi aguzzini per salvaguardare la sorella minore (6 dei 12 stupratori sono già stati giudicati e condannati definitivamente, mentre per altri 6 il processo deve ancora arrivare in Corte d’Appello); nel 2008 entra nel programma di protezione; dal 2010 vive con la sorella in un luogo diverso dal proprio paese, protetta dallo Stato, per sfuggire all’assedio malevolo dei compaesani che hanno messo in atto, contro di lei e la sua famiglia, i comportamenti su cui si giudicherà presso il piccolo Tribunale di Cinquefrondi. Sedici persone, che devono essere giudicate insieme per gli stessi reati in un unico processo, sono tante e se si considera che ognuna di esse è accompagnata da almeno 2 congiunti (padri, madri, mogli, fratelli,addirittura figli), si fa presto a calcolare una piccola folla. Questa piccola folla, lunedì mattina era fuori, e poi dentro, il piccolo tribunale. Tutti uniti, coesi, determinati nel difendersi vicendevolmente e nel difendere i congiunti imputati. Sono le 9, ora per cui è fissata l’udienza, e sono tutti lì fuori, tanti! Arrivano gli Scarfò: Anna Maria, Concetta, la mamma ed il papà. Piccoli, soli, feriti e smarriti. Manco si vedrebbero se non fossero accompagnati da due grossi uomini di scorta e da una grande, anche fisicamente, avvocatessa! Sopraffatti, anche visivamente, dal “gruppone” degli imputati! Il piccolo drappello dei richiedenti giustizia arrivano solitari ad affrontare la massa coesa degli imputati spalleggiati dai familiari. Quante volte è già successa questa scena? Certamente tante, nel caso di Anna Maria che ha già affrontato e vinto un primo processo per lo stupro ed alcuni altri collegati; e quante solitarie Anna Maria ci sono in giro per l’Italia? Ma lunedì per Anna Maria è stata una giornata diversa: quando è arrivata ha trovato anche lei un gruppo coeso che la aspettava. Circa 20 persone erano lì per lei! Non la aspettavano per insultarla, ma per appoggiarla, dirle parole gentili ed incoraggianti, parlare del futuro. Ecco: Anna Maria ora ha gli occhi luminosi! Parla, sorride, “fa la grande” parlando di istanze e di altri tecnicismi, ma si sente che è proprio una ragazzina a cui è stata sottratta una parte di vita! Noi, gli amici di Anna Maria, entriamo per primi nell’Aula ed occupiamo strategicamente quasi tutti i posti a sedere; la nostra protetta è circondata dall’affetto e continuamente si volta indietro sorridendo per rassicurarsi. Agli altri tocca rimanere in piedi schierati lungo il muro! Molti degli imputati sono liberi tra il pubblico, ma due arrivano in catene accompagnati dalla polizia penitenziaria. Ghignano arroganti, sicuri di sé! Per Anna Maria deve essere orribile sentirseli così vicini! Che passa nella mente di queste tante donne presenti, parenti degli imputati, alcune imputate anch’esse? Come possono avere perso la loro umanità ed identità, fino al punto da rendere impossibile la vita ad una ragazzina già seviziata dai loro congiunti? Sui loro volti non si vede nulla! Solo un’anziana seduta vicino non riesce a guardarci: si vergogna forse un po’? Che pena! Un’altra ostenta alterigia ed irrisione sorridendo al suo congiunto incatenato ed ha portato con sé due ragazzine e persino una neonata da mostrare al parente. Ci avrà mai pensato che al posto di Anna Maria avrebbe potuto esserci una di loro? E’ tutto molto triste! C’è un gran senso di disgregazione. Infine: l’udienza è stata rinviata alle ore 15 di lunedì 27 febbraio per l’assenza di un avvocato. Ed anche lunedì noi, le nuove amiche di Anna Maria, ci saremo! Ed organizziamoci per essere tante, tantissime! Per difenderla, proteggerla, farla sorridere, darle forza e farci dare forza per combattere battaglie di civiltà e di umanità che forse da troppo tempo abbiamo disimparato, riducendo la nostra società a questo oggetto informe ed inumano che non riusciamo più a riconoscere.

Silvia Raschillà- Associazione Jineca -percorsi femminili

 

Tags: annamaria scarfòassociazione jinecacinquefrondireggio calabriasilvia raschillà
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