Lamezia Terme (Catanzaro). I Carabinieri della Compagnia di Lamezia Terme hanno dato esecuzione, la notte del 25 febbraio, ad una misura cautelare emessa dal gip del Tribunale di Lamezia Terme che ha accolto una richiesta avanzata dalla Procura della Repubblica. La misura cautelare applicava a 2 soggetti la custodia in carcere, a 4 gli arresti domiciliari e a 2 l’obbligo di dimora. Nel corso dell’operazione erano stati individuati solo 7 destinatari del provvedimento, tutti uomini di origine calabrese, indiziati a vario titolo ed in concorso tra loro, dei reati di sfruttamento e favoreggiamento della prostituzione. L’attività d’indagine ha riguardato lo sfruttamento ed il favoreggiamento della prostituzione di circa 10 donne di colore (senegalesi e nigeriane maggiorenni), sul tratto della SS 18 compreso tra i Comuni di Nocera Terinese e Lamezia Terme ed ha consentito di accertare che i sette destinatari del provvedimento favorivano ed alcuni sfruttavano la prostituzione delle giovani donne, accompagnandole quotidianamente sul “posto di lavoro”, riaccompagnandole a casa, sorvegliando l’area di “lavoro” e portando loro anche i pasti direttamente sul posto. Alla cattura era sfuggita una sesta persona, una donna di nazionalità nigeriana, Osagie Isoken, 29 anni, anche lei dedita al meretricio, ma con un ruolo chiave ed apicale tra le “colleghe di lavoro”. Infatti, secondo quanto ricostruito nel corso dell’attività d’indagine, la donna curava i rapporti con gli altri membri della rete di favoreggiatori, gestendo sul campo l’impiego delle altre ragazze che dovevano renderle conto. Il suo ruolo è stato ritenuto di maggiore importanza da parte dell’autorità giudiziaria che ha applicato nei sui confronti la misura della custodia cautelare in carcere. Nella mattinata odierna, al termine di varie attività di ricerca, i Carabinieri hanno rintracciato la donna proprio sul luogo di “lavoro”, ignara evidentemente del provvedimento restrittivo che pendeva nei suoi confronti.
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