Reggio Calabria. “La decisione della Coca Cola di sospendere l’acquisto di concentrati agrumicoli dai produttori di Rosarno a seguito di un reportage giornalistico di un di un quotidiano inglese, necessita di una forte risposta da parte delle istituzioni locali e nazionali”. E’ quanto afferma in una nota il vicepresidente del Consiglio regionale, Alessandro Nicolò. “Ho incontrato stamani a Palazzo Campanella un gruppo di operatori agricoli che mi hanno ulteriormente rappresentato la particolare condizione di crisi del settore che sta inginocchiando interi nuclei famigliari che da più generazioni vivono coltivando la terra. Voglio però sottolineare il pericolo – dice Nicolò – che può essere rappresentato da comportamenti di multinazionali, come Coca Cola, che al primo posto della loro azione pongono, com’è naturale che sia, i risultati d’impresa. Detto questo, ho apprezzato il comunicato odierno di Coca Cola company, in cui si ribadiscono le linee guida della nota multinazionale, in particolare il rispetto dei diritti umani sui luoghi di lavoro nelle singole realtà dove operano i loro partner internazionali. Sul punto, però – prosegue Nicolò – è giusto che da parte nostra, con intelligenza ed umiltà, sia dato ogni chiarimento per la situazione di Rosarno a causa della presenza di lavoratori stagionali di origine africana. Parimenti, a me pare francamente eccessivo puntare l’indice su Rosarno e la Calabria ponendoli al centro dell’attenzione internazionale immaginando che lì vi sia una sorta di ‘Cayenna’ del ventunesimo secolo, senza regola, né rispetto per l’umanità. La Regione Calabria, dopo i gravissimi incidenti di qualche anno fa, insieme allo Stato ed alle sue articolazioni periferiche, e con il concerto degli enti locali interessati e delle associazioni di volontariato, soprattutto con la chiesa di Rosarno, ha impegnato risorse mirate ai fini di un profondo intervento civile e sociale, tenendo conto dei bisogni della persona e scoraggiando quelle pratiche di sfruttamento della manodopera che vanno sotto il nome di ‘caporalato’. A Rosarno – sottolinea Alessandro Nicolò – è stata avviata un’opera concreta di risanamento di strutture fatiscenti in cui trovavano ricovero da molti anni, e nel silenzio di tanti, molti braccianti nordafricani. Il percorso non è certamente ancora concluso ma possiamo certamente essere testimoni di una forte inversione di tendenza che vogliamo sostenere con assoluta coerenza umana, politica ed istituzionale”.