Il Consiglio dei Ministri boccia ancora la legge sulla Fondazione Campanella. Censore (PD): “Manifesta cecità legislativa del Governo regionale”

Reggio Calabria. “Seconda bocciatura della legge sulla Fondazione Campanella a distanza di pochi mesi dalla prima. Le deduzioni che hanno portato il Governo ad impugnare la legge che trasforma in ente di diritto pubblico il polo oncologico di Germaneto appaiono in linea con le osservazioni che avevamo già ribadito con forza in Consiglio regionale. In quella sede, insieme ai colleghi Guccione e Battaglia avevamo espresso con convinzione la nostra contrarietà e votato contro quella trasformazione proprio perché ritenevamo che la caratterizzazione ed i fini di quella legge mal si conciliassero con il quadro di difficoltà economica che la Calabria sta affrontando in questo momento ed anche perché il commissariamento della sanità calabrese ed il conseguente piano di rientro a tutt’oggi non consentono deroghe sul piano delle assunzioni per come, invece, è previsto nell’articolato della legge bocciata”. E’ quanto afferma il consigliere regionale del Partito Democratico Bruno Censore all’indomani dell’ennesimo stop del Governo alla legge voluta dalla maggioranza regionale di centro-destra. “Crediamo che siano fortemente preoccupanti le forzature da parte del governo regionale che stanno avvenendo intorno alla legge sulla Fondazione Campanella – ha affermato Censore. Il presidente Scopelliti dica quale valore aggiunto per la ricerca scientifica e sanitaria deriverebbe alla Campanella dalla sua trasformazione in ente di diritto pubblico. Se per due volte consecutive il Consiglio dei ministri ha ritenuto illegittima questa norma, sarebbe opportuno cambiare registro ed indirizzare tutti gli sforzi della Regione a sostegno della riconosciuta qualità scientifica della Fondazione. A noi pare – ha continuato l’esponente democratico – che dietro tutto questo ci sia la manifesta cecità legislativa del Governo regionale e la chiara incapacità del Commissario ad acta a gestire una fase così delicata per la sanità di questa regione. Non comprendere che le stringenti condizioni del piano di rientro non consentono voli pindarici, come del resto si vorrebbe fare con la Fondazione Campanella, significa ignorare la difficile realtà sanitaria della Calabria che oggi si trova in un profondo stato di confusione animato solo dai tagli indiscriminati ai servizi ed alle strutture. L’unica verità che si appalesa dall’ennesimo responso di bocciatura da parte del Consiglio dei Ministri nei confronti di una legge regionale calabrese è che gran parte della legislazione promossa da questo governo regionale viene impugnata per vizi di incostituzionalità. Ciò crea in noi un forte allarme istituzionale che rischia di trasformarsi in un vero e proprio empasse legislativo che blocca ancor di più la possibilità di ripresa complessiva della nostra regione”.

 

 

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