Milano. I militari del Gico e del Gruppo Pronto Impiego della Guardia di Finanza di Milano hanno dato esecuzione stamane a 23 ordinanze di custodia cautelare, delle quali 22 in carcere ed una agli arresti domiciliari ed al sequestro di beni mobili ed immobili per un valore complessivo superiore ai 5 milioni di euro. Diversi arresti sono stati effettuati in Emilia Romagna. Alcuni soggetti, finiti nelle maglie dell’operazione odierna hanno rapporti di parentela con personaggi sospettati di essere affiliati ala clan Facchineri, di Cittanova, in provincia di Reggio Calabria e sono essi stessi considerati organici alla ‘ndrangheta. Ai 23 fermati sono contestati, a vario titolo, i reati di associazione a delinquere, corruzione, estorsione, evasione, furto aggravato, impiego di denaro di provenienza illecita, ricettazione, riciclaggio, sostituzione di persona, trasferimento fraudolento di valori, truffa, usura. Diversi reati ascritti alle persone tratte in arresto sono accompagnati dall’aggravante del metodo mafioso. Le misure eseguite stamane sono state emesse dal gip del Tribunale di Milano, Luigi Varanelli, che ha accolto l’istanza inoltrata dal pubblico ministero della Direzione distrettuale antimafia, Giuseppe D’Amico. Nell’ordinanza il gip ripercorre le vicende criminali che hanno accompagnato la storia della cosca Facchineri, di cui sono stati tratti in arresto nell’operazione odierna i due presunti boss, i cugini Giuseppe e Vincenzo. “Al fine di inquadrare meglio lo spessore criminale del cugini Facchineri – sottolinea il gip- appare utile riportare qui di seguito in sintesi la storia criminale della cosca Facchineri, originaria di Cittanova (Reggio Calabria), cittadina dell’Aspromonte, cosca che si è resa protagonista di una feroce guerra di ‘ndrangheta che dal dicembre 1970 e il dicembre 1980 portò a ben 32 omicidi e nove tentativi di assassinio (…). La faida di Cittanova fu talmente cruenta che anche i vertici della ‘ndrangheta e, nello specifico, le famiglie dominanti della piana di Gioia Tauro (Reggio Calabria), nel cui comprensorio rientrava Cittanova, condannarono duramente le due famiglie in guerra tra loro e cercarono di imporre una ‘pax mafiosa’”.