Oppido Mamertina (Reggio Calabria). Sarebbe connesso ad una ritorsione decisa dalla criminalità organizzata l’assassinio di Domenico Bonarrigo, ucciso stamane nelle campagne alla periferia di Oppido Mamertina. Tre i colpi di fucile caricato a pallettoni che hanno centrato il bracciante agricolo mentre si trovava alla guida del suo fuoristrada con cui stava raggiungendo un appezzamento di terreno del quale era proprietario. Sulla base di quanto accertato al momento, l’uomo era stato coinvolto in un’unica vicenda giudiziaria, legata ad un furto, peraltro lontano nel tempo, risalendo al 1987. A prestare i soccorsi a Bonarrigo, subito dopo l’agguato, sono stati alcuni familiari che vanamente hanno tentato una corsa disperata in ospedale. Il padre del bracciante agricolo ucciso stamattina, Giuseppe, era stato assassinato nel 1986. Un delitto che, secondo gli inquirenti, maturò nell’abito della faida tra la famiglia Zumbo e quella cui apparteneva Giuseppe Bonarrigo. Non esiste, tuttavia, alcun nesso, a giudizio dei Carabinieri, tra i due gravi fatti di sangue in cui hanno perso la vita padre e figlio. Dopo l’uccisione di Giuseppe Bonarrigo, il figlio si trasferì nel Lazio, facendo rientro ad Oppido nel 2000 per provvedere alla conduzione dei terreni appartenenti alla sua famiglia.