Palmi. Cinema, parte il 6 marzo la rassegna del Circolo Zavattini

Palmi (Reggio Calabria). Qualcuno si domanderà per quale ragione un Circolo del cinema che è nato e prosegue la propria attività a Reggio Calabria, oggi arrivi a Palmi per proporre una rassegna breve, ma intensa di opere recenti e meno recenti, ma tutte testimoni di un cinema che vive di improvvisi e sorprendenti sussulti e con la capacità straordinaria di emozionare.
Come a tutte le domande va data una risposta e ovviamente la circostanza non è casuale. Non sia detto per piaggeria, ma Palmi ha una tradizione culturale non trascurabile, antica e ricca che forse negli ultimi anni è stata un po’ messa da parte e spetta proprio ai suoi cittadini riscoprire il piacere di tornare nell’agone culturale misurandosi con i temi che appartengono di diritto a questa categoria. Palmi possiede le capacità e soprattutto possiede le persone che possono intraprendere un percorso del genere.
È proprio una fortunata, ma anche ricercata coincidenza che ha messo in contatto il nostro Circolo con un gruppo di appassionati del cinema. Da qui all’idea di creare un possibile polo di cultura cinematografica nella città è stato un percorso non breve, ma complesso e piacevole che ha permesso a ciascuno di noi di incrociare esperienze differenti e confrontarsi con esigenze diverse rispetto a quelle che solitamente ci si trova ad affrontare.
Si è giunti a stilare questo programma, in cui l’esperienza del Circolo “Zavattini”, ha fruito dei suggerimenti di chi all’interno di una dialettica cittadina, ha saputo condurre in porto un’operazione che poteva nascondere delle incognite.
La rassegna, patrocinata dal Comune di Palmi – che ringraziamo per la disponibilità dimostrata -, prevede cinque proiezioni che si svolgeranno ogni lunedì dal 6 marzo al 2 aprile alle ore 20:00 presso l’auditorium della Casa della Cultura “Leonida Repaci” di Palmi. Il costo dell’abbonamento è di 15 euro.
“Una finestra a sud” è un titolo augurale è l’opportunità di guardare oltre, di scoprire quanto non è ancora caduto sotto i nostri occhi, è raccontare un sud dimenticato o possibile, è l’augurio che sud e nord siano solo punti cardinali, è la speranza di non dovere mai più raccontare delle grandi tragedie che nel sud, più a sud del nostro, travolgono le vite degli uomini e delle donne, è soprattutto il desiderio di affascinare il pubblico di Palmi con questi temi raccontati da questi film.
Il resto di niente è un film elegante e ricercato della regista Antonietta De Lillo sulla figura storica di Eleonora Fonseca Pimentel, nobile di origine portoghese, ma di educazione napoletana, che sarebbe diventata leader dell’utopia perdente della Rivoluzione giacobina partenopea del 1799. Una donna che ebbe coraggio inusitato per la sua epoca e che nella guida intellettuale dell’effimera rivolta antiborbonica ebbe a cuore l’ideale di una felicità per tutti e il principio di dignità che trasformasse il suddito in cittadino. Ambizioni velleitarie, forse, ma straordinariamente anticipatrici.
Le donne del sesto piano di Philippe Le Guay ha lo spirito di un sincero e inatteso smarrimento esistenziale. Qui, come spesso accade le donne (quelle del sesto piano) costituiranno la scintilla che innescherà la trasformazione del protagonista. Il mondo è molto più complicato di quello che appare, ma non solo quello lontano e distante, anzi è proprio quello che sta più vicino a noi che ci può sorprendere. È questa l’intuizione di Le Guay che imbastisce su questa piccola e geniale rivelazione una divertente e arguta commedia.
Welcome di Philippe Lioret sa emozionare e ritrae, con ammirevole e pregevole capacità, i molteplici aspetti che il fenomeno dell’immigrazione ha scatenato in questi anni modificando le nostre società le cui trasformazioni seguono quelle individuali che compongono il corpo sociale di una collettività.
Ma cosa succede se una sfruttata, comincia a ragionare e praticare, con successo lo sfruttamento? Il principio, il tema di fondo di questo rabbioso (almeno quanto la sua protagonista) film In questo mondo libero di Ken Loach è quello di una critica aperta ad un liberismo che nasce solo dallo sfruttamento delle fasce più basse dei lavoratori che oggi sono gli immigrati.
Napoletani a Milano è del 1953 ma ha rapporti molto stretti con il presente: la napoletanità e la milanesità messi su un ring a confrontarsi dentro una storia dai risvolti operaisti. Non paia esagerato, vedere per credere. È questa la particolare magia di questo film, che incalza gli ambivalenti luoghi comuni, ne smonta i presupposti, realizzando, infine, un’ideale unica grande città italiana che da nord a sud soffre e vive, muore e rinasce, ma solo grazie a quella buona fede che ne guida le azioni.
In questi anni, inoltre, si sono moltiplicate le iniziative tese a diffondere la visione del cortometraggio e il Circolo del cinema “Cesare Zavattini” vuole offrire in questa occasione un rapido sguardo sul cortometraggio europeo, poiché non vi è dubbio che il cortometraggio costituisca un modello espressivo del tutto autonomo rispetto al lungometraggio e non debba essere considerato come un suo “parente povero”.
Si inizia con Grazie al cielo, una commedia intelligente e pluripremiata del regista torinese Andrea Jublin, nella quale la storia di un uomo infelice, che si lamenta della sua situazione esistenziale invocando un segno dal Cielo, procede con senso del ritmo e colpi di scena sino al finale a sorpresa.
Seguirà Copy Shop, acclamato cortometraggio nei festival di tutto il mondo che ha ottenuto anche una nomination agli Oscar nel 2001, che prende forma da quasi 18.000 immagini digitali fotocopiate, animate e riprese con una cinepresa a 35mm. dal regista austriaco Virgil Widrich che ne fa un racconto originale dal sapore “keatoniano” sull’omologazione, la ripetitività dei segni, dei tempi, dei destini.
Ci fa particolare piacere presentare l’interessante Sguardi sulla città del giovane filmaker calabrese Michele Tarzia, autoprodotto da M.I.L.C. un movimento indipendente che si propone come un contenitore di idee e riflessioni sul cinema e le arti visive, che lui stesso definisce “La visione di una città, un racconto di immagini, pensieri che si formano, un occhio che guarda, una persona che non si vede nella giornata di una città”.
L’homme sans tête è una stupefacente favola contemporanea del regista argentino Juan Diego Solanas, pluripremiata nel mondo (nel 2003 con il César oltre che con il Premio della Giuria a Cannes). In questo corto poetico e intenso l’autore intreccia con libertà e grande eleganza sofisticate tecniche d’animazione e la migliore tradizione dell’illustrazione, il registro favolistico e sentimentale e quello ironico e grottesco, con leggerezza e attenzione maniacale ai particolari.
Vogliamo concludere con un doveroso omaggio a Vittorio De Seta, calabrese d’adozione, protagonista indipendente del nostro cinema e maestro indiscusso del documentario, riferimento anche per i filmaker più giovani, scomparso improvvisamente lo scorso anno. Lu tempu di li pisci spata è la quotidianità che diventa poesia, un mestiere duro raccontato come una danza vorticosa, uno sguardo nuovo sulla realtà che diventa cinema puro.

UNA FINESTRA A SUD

Lunedì 5 marzo 2012 – ore 20
GRAZIE AL CIELO
di Andrea Jublin
Italia, 2004 – Durata: 10’

IL RESTO DI NIENTE
di Antonietta De Lillo
Italia, 2004. Durata: 103′

Lunedì 12 marzo 2012 – ore 20
COPY SHOP
di Virgil Widrich
Austria, 2001 – Durata: 12’

LE DONNE DEL 6° PIANO
di Philippe Le Guay
Francia, 2011. Durata: 103’

Lunedì 19 marzo 2012 – ore 20
SGUARDI SULLA CITTA’
Di Michele Tarzia.
Italia, 2011 – Durata: 7’

WELCOME
di Philippe Lioret
Francia, 2009. Durata: 115′

Lunedì 26 marzo 2012 – ore 20
L’UOMO SENZA TESTA
di Juan Diego Solanas.
Francia, 2003 – Durata: 18’

IN QUESTO MONDO LIBERO
di Ken Loach
Gran Bretagna/Italia/Germania/Spagna, 2007.
Durata: 96′

Lunedì 2 aprile 2012 – ore 20
LU TEMPU DI LI PISCI SPATA
di Vittorio De Seta
Italia, 1954 – Durata: 11’

NAPOLETANI A MILANO
di Eduardo De Filippo
Italia, 1953. Durata: 97’

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