Catanzaro. “Prontissimi a lasciare deleghe gestionali ed incarichi istituzionali. Nel caso si prendesse atto, all’interno di questo esperimento politico regionale, che il nostro apporto per modernizzare la Calabria sia diventato irrilevante, non faremmo alcuna resistenza. Ma ultimatum non ne accettiamo. Non li abbiamo accettati quando il bipolarismo sembrava essere l’unico faro per la politica, figurarsi adesso”. E’ quanto si legge in una durissima nota diffusa dall’europarlamentare Gino Trematerra, segretario regionale dell’Udc. ”Dopo anni di inconcludenza di governi regionali – sottolinea Trematerra – abbiamo scelto di cooperare con il presidente Scopelliti allo scopo di ridare dignità alla Regione sui tavoli romani e prospettive di sviluppo alla società calabrese. Dentro questo ambito, i nostri assessori e le nostre espressioni istituzionali stanno dando il meglio di sé e sono pronti, in alcuni settori, a concretizzare riforme importanti. Ovviamente, siamo consapevoli che c’è ancora tantissimo lavoro da fare, perché le emergenze sociali sono molteplici ed alcune aggrovigliatissime; ma se prevalesse la logica dei diktat, per l’Udc verrebbe meno il senso stesso dello stare assieme in un’alleanza che, in tal caso, subirebbe una mutazione intollerabile. Insistere con il mischiare l’accordo programmatico regionale con quanto sta accadendo a Catanzaro, dove l’Udc sta tentando di costruire una formula di governo per la città in linea con le dinamiche nazionali, al punto da forzare, come sta facendo l’onorevole Galati, l’autonomia del nostro gruppo dirigente, è completamente sbagliato”. Vorremmo ricordare, al di là di alcuni punti non del tutto chiari che il Terzo Polo catanzarese ancora presenta, che l’Udc – termina Trematerra – ha sostenuto il sindaco Traversa senza se e senza ma. Non per colpa nostra quell’esperienza è improvvisamente saltata, suscitando nei cittadini disapprovazione e in alcuni casi sdegno. Se ora, dinanzi al venir meno di un’esperienza che il Pdl catanzarese ha vanificato, l’Udc catanzarese, in autonomia si adopera per ridare alla politica credibilità, il meno che si possa chiedere è che non si tenti di confondere le acque o di sovrapporre le logiche di un territorio particolare al quadro regionale”.
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