Reggio Calabria. Grande partecipazione allo spazio di libera espressione offerto ai reggini per raccontare la propria idea di città. È il positivo primo riscontro della manifestazione intitolata “La città che vorrei” ”, in corso di svolgimento quest’oggi (11 marzo) a Piazza Italia, fino alle 19,00. L’iniziativa, organizzata quale attività conclusiva dai giovani partecipanti al corso “Animatore di comunità”, promosso dal Csv dei Due Mari, in collaborazione con l’assessorato alla Formazione professionale della Provincia, era stata presentata a palazzo Foti nel corso di una conferenza stampa cui avevano partecipato, tra gli altri, il vicepresidente dell’Ente provinciale Giovanni Verduci, il dirigente del settore Formazione Professionale, Francesco Battaglia, il consigliere del Csv, Fortunato Scopelliti, il direttore Giuseppe Pericone. Una giornata in piazza per dar voce alla cittadinanza in un momento creativo di condivisione e partecipazione sociale all’insegna dei valori del volontariato, ma focalizzato sulla città ed il senso di cittadinanza attiva. L’ascolto, la condivisione e la partecipazione sono i punti cardine della manifestazione. Infatti, la filosofia che anima questo particolare momento di coesione sociale è quella della testimonianza spontanea: idee e proposte vengono raccolte attraverso dei pannelli sui quali i cittadini lasciano la propria traccia con diversi tipi di tecniche. In particolare, gli “ animatori” forniscono tempere, pennarelli, matite, bombolette spray, affinché le persone scatenino la loro fantasia. Inoltre, l’iniziativa è movimentata dalla messa in scena di divertenti sketch interpretati dai giovani corsisti, mentre a tutti i partecipanti viene donato un piccolo simbolo della giornata. “La città che vorrei” – come ha evidenziato la corsista Denise Caruso – è nata dall’ascolto e dal desiderio di offrire ai cittadini reggini un’occasione di confronto e la possibilità di azione stimolando il desiderio di esprimere e condividere un sogno sulla città che risponda il più possibile alle loro esigenze, condividendone quindi l’idea e la percezione del proprio potere e del diritto ad esprimerlo”. Insomma, come ha evidenziato il direttore del Centro servizi al volontariato, Giuseppe Pericone, facendo un bilancio positivo del percorso di formazione realizzato in sinergia con la Provincia “Coinvolgimento, partecipazione, protagonismo delle persone. Sono le parole d’ordine dell’animatore di comunità. Nuovo profilo professionale di cui le nostre comunità, sempre più sfilacciate, frammentate, individualiste, hanno bisogno”. Quindi, entrando nel merito del profilo professionale ha spiegato che “Gli animatori di comunità sono costruttori di legami, manutentori di relazioni comunitarie. Banchieri del sociale, ovvero coloro che sanno captare e raccogliere il capitale più importante: quello sociale. Ma – ha spigato ancora Pericone – come banchieri lo sanno anche far fruttare, sanno moltiplicarne il cespite in un interesse che non è più individuale ma collettivo. L’animatore di comunità, dunque, attiva il bisogno di ciascuno di esserci, tramutandolo in risorsa per la comunità. È questa la più grande scoperta: ognuno per come può e per come riesce, può essere risorsa. Dunque, – ha concluso il direttore del Csv – l’animatore di comunità è anche un catalizzatore e può rendere possibile ciò che non lo è. Come qualcuno ha detto: un sogno solitario rimane un sogno, sognato in gruppo, diventa realtà”.