Campo Calabro (Reggio Calabria). Un folto gruppo rappresentativo del PD, così come aveva sostenuto nella pubblicazione di un comunicato pubblicato sulle pagine della vostra testata, si è completamente dissociato dai metodi antidemocratici vigenti in questo Circolo ed ha conclamato le proprie riserve in merito alla capacità di sostenere un dibattito aperto sull’azione amministrativa di qualche mistificatore che parla impropriamente di Partito Democratico, utilizzando dei metodi che alla tradizione del nostro partito non appartengono affatto. Abbiamo da sempre voluto essere testimoni attivi del nostro tempo, cercando di collaborare con chi, come noi, avverte questo desiderio di cambiamento che viene dal basso, tanto conclamato, ma poco praticato. La fine della Prima Repubblica non ha fatto emergere il nuovo. Sono emersi politicanti di seconda fila, che difendono interessi di bottega, protagonisti di una deriva ottusa e miope che li annienterà. Il nuovo parte dalla costruzione di nuove regole che tengono conto della capacità di confronto e di critica che serve a far crescere la politica e la democrazia. Credibile è l’uomo che, invece di sparare grosse corbellerie, sa essere concreto nel prospettare un progetto Paese che guardi alle realistiche soluzioni dei problemi. Essere affidabile implica l’uomo abbia la capacità e la dignità di tener fede alla parola data; è sinonimo di onorabilità. Di cosa stiamo parlando altrimenti? Quella “cosa” che si rappresenta come Circolo PD di Campo non è altro che un “club privè” . I suoi rappresentanti non sono stati eletti dopo lo svolgimento di un congresso democratico che potesse mettere a confronto le idee, le intelligenze e i progetti. Noi siamo per la “capitalizzazione” delle risorse e delle intelligenze, perché dalla capacità di confronto fra di esse si può sperare che emerga un progetto vero di sviluppo per un paese di cui siamo innamorati e che non ha certo bisogno di un altro quinquennio di devastante disamministrazione. Ci rivolgiamo alle sovrastrutture, quindi al nuovo Commissario del PD regionale e a tutti gli autorevoli esponenti del nostro partito affinché intervengano tenendo conto di questo che è il secondo appello che noi rivolgiamo loro allo scopo di impedire che l’immagine del nostro partito non venga oltraggiata dall’utilizzazione di un simbolo che sicuramente non apparirà sulla proposta elettorale, segno questo che, più che un progetto per il paese, è un “inciucio” che non porterà benefici alla collettività, ma servirà solo a screditare il buon nome del Partito Democratico. Siamo sicuri che la gente ci darà ragione, perché abbiamo scardinato una logica perversa che guarda al voto non come consenso da intercettare, ma come obiettivo da raggiungere attraverso metodi clientelari e di parentela che sono lontani dal rappresentare la società civile. Con questo diffidiamo chiunque a parlare a Campo Calabro a nome di un partito di cui siamo innamorati e di cui ci sentiamo parte integrante, rappresentativa e pulita. Chi ama la terra dove è nato, ci abita e ci vive, è innamorato delle sane idee che il nostro partito porta avanti, più che una cotta da consigliere coltiva una passione, la passione civile del cambiamento.
Iscritti PD Campo Calabro